L’arte di arrangiarsi

Luigi Zampa

Sog., Scen.: Vitaliano Brancati; F.: (1,33.1) Marco Scarpelli; Mo.: Eraldo Da Roma; Scgf.: Mario Chiari, Mario Garbuglia (Ass.); Co.: Maria De Matteis; Mu.: Alessandro Cicognini; A. regia: Otto [Ottavio] Pellegrini; As. regia: Luciano Martino, Paolo Bianchini; Int.: Alberto Sordi (Rosario Scimoni detto Sasà), Marco Guglielmi (Avvocato Giardini), Franco Coop (il sindaco), Armenia Balducci (Lilli De Angelis), Elli Parvo (Emma, la glia del sindaco), Carlo Sposito (duca di Lanocita), Gino Buzzanca (barone Mazzei), Franco Migliacci (Casaletti), Giacomo Furia (maggiordomo di Sasà); Prod.: Gianni Hecht Lucari per Documento Film; v.c. n. 17853 del 22/12/1954; Pri. pro.: 29 dicembre 1954. 35mm. L.: 2369 m. D.: 86’ Bn. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un film capitale nell’evoluzione di Alberto Sordi, e l’unica sceneggiatura che Brancati (purtroppo morto durante le riprese) firma senza contributi altrui. Dopo Anni facili, l’ambizione si alza a descrivere oltre quarant’anni di trasformismo e qualunquismo attraverso Sasà Scimoni, che da socialista diventa fascista, e nel dopoguerra si improvvisa produttore di film religiosi con soldi di dubbia provenienza. Scimoni, scrive Vittorio Spinazzola (in Goffredo Fo , Alberto Sordi), è “emblema dell’irresponsabilità politica di una classe disgregata e corrotta, preoccupata solo di mimetizzarsi nei panni del vincitore di turno. … Non c’è in lui il cinismo eroico che è pur necessario ai grandi ribaldi; chiuso nel suo utilitarismo, il piccolo opportunista non ha nemmeno l’ampiezza di vedute indispensabile per rendersi conto a tempo del vento che tira.” Èd proprio la mediocrità irredimibile del personaggio-Sordi la grande intuizione di Zampa e Brancati, quasi in contemporanea con il lavoro di Rodolfo Sonego per Il seduttore. La censura, scottata dall’esperienza di Anni facili, questa volta sta quasi tranquilla: la battaglia di Zampa ha avuto il suo effetto. Ma la critica torna a essere tiepida.

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