L’AMORE POVERO

Raffaele Andreassi

Sog.: Callisto Cosulich. Scen.: Raffaele Andreassi, Callisto Cosulich, Ottavio Jemma. F.: Giuseppe Aquari. M.: Jolanda Benvenuti. Mus.: Piero Umiliani. Prod.: Lucio Marcuzzo per Publi Italia · DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il soggetto originario, stampato nel novembre 1962, si chiama Storie proibite – dodici storie di quelle donne proibite, scritto dal solo Raffaele Andreassi, che sottolineava: “in questo film naturalmente non saranno sottolineati i lati più ovvi della prostituzione, e non saranno messi in evidenza i lati scandalistici, grevi e volgari che si presenteranno a ogni passo; sarà invece mio compito estrarre da questa densa materia i lati più poetici, più umani; perché queste donne possano in qualche modo attraverso la loro vicenda terrena e il loro dolore riscattare la loro dignità”.
L’idea fu abbracciata da Callisto Cosulich, che insieme ad Andreassi condusse un’inchiesta per le strade di Roma, intervistando prostitute, raccogliendo storie, spunti (e sputi) che andarono a formare “un grosso brogliaccio e non una vera e propria sceneggiatura” elaborato dai due con l’apporto di Ottavio Jemma.
L’accordo con la produzione, la Publi Italia di Lucio Marcuzzo, prevedeva un film-inchiesta sulla prostituzione con almeno sei storie tra quelle raccolte da Andreassi, interpretate dalle prostitute stesse o comunque da attori non professionisti. Il film si sarebbe intitolato L’amore povero.
Andreassi scelse gli (otto) episodi formando un “florilegio di situazioni vario e indicativo di un mondo ai margini dei sentimenti più semplici, ma anche delle deviazioni psichiche e sessuali più frequenti”, convinto di essere riuscito a spostare “il fuoco del discorso a una particolare attenzione sull’uomo, sulle sue alterazioni psicologiche, sulle vicende che stanno dietro i suoi comportamenti”.
I produttori non furono dello stesso avviso sulla riuscita del film o quantomeno non era quello che si aspettavano perché decisero (“nonostante le violente reazioni degli autori”, a cui non fu accordata neanche la richiesta di ritirare i nomi dai titoli) di distribuire il film con il titolo truffa I piaceri proibiti, dopo averlo mutilato di un intero episodio, Le metamorfosi, e sforbiciato la parte delle interviste iniziali, che chiariscono da subito l’intento ‘documentaristico’ dell’autore.
L’insuccesso garantito si rivelò anche peggiore del previsto e contribuì a segnare in negativo la carriera di Raffaele Andreassi, il quale, in silenzio come d’abitudine, conservò una copia dell’episodio tagliato e alcuni frammenti delle interviste tagliate dalla produzione. Questo ci ha permesso, partendo da I piaceri proibiti, di arrivare a una copia del film L’amore povero, e di presentare questo florilegio delle donne e degli uomini perduti, nella forma più vicina a quella voluta dall’autore.

Fulvio Baglivi

 

Copia proveniente da