LADY FOR A NIGHT

Leigh Jason

Sog.: Garrett Fort. Scen.: Isabel Dawn, Boyce DeGaw. F.: Norbert Brodine. M.: Ernest Nims. Scgf.: John Victor Mackay. Mus.: David Buttolph. Int.: Joan Blondell (Jenny Blake), John Wayne (Jack Morgan), Philip Merivale (Stephen Alderson), Blanche Yurka (Julia Alderson), Ray Middleton (Alan Alderson), Edith Barrett (Katherine Alderson), Leonid Kinskey (Boris), Hattie Noel (Chloe). Prod.: Albert J. Cohen per Republic Pictures Corp. DCP. D.: 87’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Poiché Jezebel e soprattutto Via col vento avevano dimostrato che il film dixie, ovvero ambientato nel Sud subito prima o subito dopo la Guerra civile, funzionava bene nell’America alle prese con un’altra guerra, anche una piccola casa di produzione sul limitare della poverty row come la Republic si mette in cerca della sua Scarlett O’Hara. La trova in Joan Blondell, chorus girl o ragazza intrepida in tante commedie tra anni Trenta e Quaranta, e già candidata sconfitta al ruolo della sola e vera Scarlett. Tant’è che qui, con ironica coerenza intertestuale, Joan non è una Scarlett, ma appunto aspira a diventarlo. Quando la incontriamo, gestisce con bella grinta il Memphis Belle, un battello-casinò dove c’è chi gioca (il banco vince sempre) e chi allegramente mostra le gambe. Ma ciò per cui la ragazza langue è l’ingresso in società, lo status, la respectability; e insomma, condonandogli i debiti, si fa sposare dall’erede di una famiglia altolocata in forte crisi di liquidità. L’antica dimora in cui entra si chiama The Shadows, allusione alla fatiscenza dei suoi abitanti e del loro mondo, e la Republic s’impegna con valore per metter su una minuscola Tara.
E John Wayne? Dopo Ombre rosse, non s’è fermato un attimo: anche se è già chiaro che la divisa confederata, l’uniforme dei marines o lo Stetson gli stanno meglio del frac, in questi anni gli capita d’infilarsi il costume da gentiluomo tra California e Louisiana, e in questo caso, politico locale di alta statura, basso profilo, grandi poteri e teneri sentimenti, è semplicemente adorabile (da non perdersi la naturale goffaggine con cui china la testa per non sbatterla contro le porte troppo basse del locale galleggiante).
Ora, dato il polverone che la cancel culture ha sollevato contro Via col vento, qui ci sarebbe il rischio che la polvere diventasse tornado. Perché Lady for a Night è un mardi gras di stereotipi, una mammy corpulenta e linguacciuta, maggiordomi non proprio svegli, ragazzi di fatica che si dondolano sfaticati sulle amache, e occhi strabuzzati, risate a trentadue denti, balli starnazzanti, peraltro tutto condito con un filo di piccante salsa voodoo. La differenza è che qui si fa piazza pulita della nostalgia: Joan, finita ingiustamente alla sbarra, si scatena in una bella tirata politica contro “tutti voi, gentaglia miserabile che ancora spera che torni la schiavitù, zombie che non hanno la decenza di restarsene sepolti”. In più, è un piccolo film dimenticato, firmato da un regista senza troppa storia, quindi possiamo sederci tranquilli e godercelo, restaurato, in santa pace.

Paola Cristalli

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2019 da Paramount Pictures in collaborazione con BFI National Archive presso i laboratori Paramount Pictures Editorial e Deluxe Media Services a partire da un negativo camera nitrato originale 35mm e da un duplicato negativo 35mm conservato presso BFI National Archive usato per la ricostruzione dei titoli di testa. Audio restaurato a partire dal nitrato originale positivo colonna doppia banda.