LA SUA TERRA

Luciano Emmer


Tit. alternativi: “Il Paese Natale di Mussolini”, “La terra del Duce”; Prod.: Istituto Nazionale Luce; 35mm. Muto / Silent film. D.: 12’.Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel ’40 ero rimasto solo. Gli altri mi avevano ceduto le quote della Dolomiti Film. E arriva la richiesta di un documentario sulla terra di Mussolini, già concordato, dicevano. Io amo molto il paesaggio che fugge verso l’infinito. E il cinema. Il paesaggio di Predappio mi colpì. Era ancora il periodo in cui mi lasciavo sedurre da immagini alla Dreyer. Così ho girato queste scene rupestri, questo squallore di colline con le contadine in controluce con la falce in mano e il temporale che arrivava, che poi creavo io con la pompa. Per ripararsi dalla pioggia le contadine si mettevano la gonna in testa e scappavano verso i casolari, dove ne isolavo uno, la casa dei genitori di Mussolini. La panoramica continuava sui cipressi e si fermava sulla lapide dei genitori. Mentre saliva la musica fosca di Mussorgskij (Una notte sul Montecalvo) facevo partire l’unica frase del film, credevo poetica: “Non eravamo più ignari del dolore e della morte”. […] Quando sta per finire la proiezione, dopo la frase sul dolore e la morte, Mussolini si alza e si mette a gridare come un pazzo: “Bagolon, brut vigliac! Menagrami, maldit!”. Mi hanno detto che imprecava in romagnolo. Diede subito ordine di bruciare tutto, stampa e negativo.”

Luciano Emmer

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