LA ROUE

Abel Gance

Sc.: A. Gance, dal romanzo Le Rail di Pierre Hamp. F.: Léonce-Henry Burel, Marc Bujard, Maurice Duverger. Mu.: Arthur Honegger. Effetti sonori: Paul Fosse. M.: Marguerite Beaugé, A. Gance. Ass.R.: Blaise Cendrars. In.: Séverin-Mars (Sisif), Ivy Close (Norma), Gabriel de Gravone (Elie), Pierre Magnier (Jacques de Hersan), Georges Térof (Machefer), Max Maxudian (Kalatarikarascopoulos detto Bibi), Gil Clary (Dalilah), Louis Monfils (Papahant), Géo Dugast (Jacobin). P.: Films Abel Gance/Charles Pathé. 35mm. L.: 6219 m. D.: 283′ a 20 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Andrà ad onore di Abel Gance il fatto di aver imposto con successo al pubblico un attore oggetto. […] Questo elemento nuovo ci è presentato con un’infinita varietà di mezzi, sotto ogni punto di vista: primi piani, frammento meccanico fisso o in movimento, proiettato a un ritmo accelerato e simultaneo, che schiaccia, elimina l’oggetto umano, riduce il suo interesse, lo polverizza. Questo elemento meccanico, che si vede scomparire a malincuore, che si aspetta con impazienza, appare con discrezione; come una serie di colpi di proiettore all’interno di un dramma enorme, lungo, angosciante, d’un realismo senza concessioni. L’evento plastico è proprio lì, non altrove, voluto, inquadrato con cura, scelto, gravido di conseguenze in sé e per il futuro. L’avvento di questo film è interessantissimo anche perché assegna un posto nell’ordine plastico a un’arte che, fino ad ora, è rimasta per lo più descrittiva, sentimentale e documentaria. La frammentazione dell’oggetto, l’oggetto come valore plastico in sé e la sua resa pittorica appartengono ormai da molto tempo alle arti moderne. Abel Gance, con La Roue, ha innalzato l’arte cinematografica al livello delle arti plastiche.

Fernad Léger, Fonctions de la peinture, Paris, Gonthier, 1965

Se lodiamo apertamente Abel Gance per essere riuscito a svelare l’anima delle cose, non gli facciamo un complimento banale. […] Ci insegna a vedere non tanto l’anima delle cose, ma il loro autentico volto; compie la rieducazione del nostro occhio; ci svela tutta la bellezza sparsa attorno a noi, la sottolinea e l’esalta senza deformarla. La parte più bella, più emozionante, e sicuramente più nuova del suo film è sicuramente lo studio della meraviglia meccanica, della trazione a vapore, e la descrizione della magia soprannaturale dei paesaggi innevati. Gance ha saputo analizzare la bellezza allucinante della velocità, l’ebrezza del lavoro intelligente delle ruote, dell’acciaio e degli ingranaggi, la grande voce emozionante degli organismi fatti di lamiera, rame ed acciaio.

Emile Vuillermoz, Cinémagazine, 2 marzo 1923

Copia proveniente da

Restauro realizzato da

La versione lunga di La Roue è stata restaurata dalla Cinémathèque Française nel 1979. A partire da un controtipo tratto da questa versione, nel 2001 è stata realizzata una copia colorata, utilizzando come riferimento una copia nitrato proveniente dalle collezioni della Cinémathèque Suisse