LA RICOTTA Episodio di RoGoPaG

Pier Paolo Pasolini

Sog., Scen.: Pier Paolo Pasolini. F.: Tonino Delli Colli. M.: Nino Baragli. Scgf.: Flavio Mogherini. Mus.: Carlo Rustichelli. Int.: Orson Welles (il regista), Mario Cipriani (Stracci), Laura Betti (la ‘diva’), Edmonda Aldini (un’altra ‘diva’), Vittorio La Paglia (il giornalista), Maria Bernardini (la strip-teaseuse), Rossana Di Rocco (la figlia di Stracci). Prod.: Alfredo Bini per ArcoFilm. DCP. D.: 35’. Bn. e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Due dimensioni sociali opposte coesistono nel terzo film di Pasolini ed episodio di RoGoPaG, incarnate in due personaggi che non dialogano mai: da una parte, il mondo dei privilegiati, la troupe di un film in lavorazione sulla Passione di Cristo, dove domina il regista(Orson Welles, doppiato da Giorgio Bassani), un intellettuale marxista disilluso; dall’altra l’universo sottoproletario delle maestranze e in particolare del generico Stracci (Mario Cipriani), dal volto ‘giottesco’, che per nutrire una numerosa famiglia rinuncia spesso anche al ‘cestino’ che gli è destinato. Da una parte, quindi, un artista che ideologicamente dovrebbe essere vicino ai poveri ma non si accorge mai della loro sofferenza che si consuma a due passi da lui, perché completamente assorbito dal gusto estetizzante di comporre le inquadrature del suo film in forma di tableaux vivants che riproducono i quadri di Pontormo e Rosso Fiorentino – un regista che è un autoritratto di Pasolini (con le sue invettive contro la borghesia italiana e i versi che legge da una celebre poesia) e il suo contrario, ossia un artista mondano, stanco e compiaciuto; dall’altra un ‘povero cristo’, sulla linea dei precedenti personaggi pasoliniani (Accattone, Ettore) ma padre di famiglia e uomo maturo, che vive in simultanea con la ‘falsa’ passione allestita durante il film nel film, un calvario autentico, culminante in un’abbuffata pantagruelica sospesa tra sogno e realtà, mentre la sua morte per indigestione sulla croce è tragicamente reale. Primo film dove Pasolini sperimenta il colore in alcune sequenze (il ‘si gira’ dei tableaux vivants e la ‘natura morta’ dei titoli di testa), La ricotta è anche il primo esempio di geniale contaminazione di registri diversi (il tragico, l’umoristico – con echi chapliniani nell’uso dell’accelerazione del movimento – il caricaturale, il sacro, sia pure in forma paradossale). L’Italia benpensante attaccò il film per colpire Pasolini ed escogitò accuse pretestuose per trascinarlo a processo, dove venne condannato per vilipendio alla religione (venne poi assolto in Corte d’appello) e fu costretto a modificare alcune sequenze e battute.

Roberto Chiesi

Copia proveniente da

Restaurato in 4K da Cineteca di Bologna in collaborazione con Compass Film presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire dal negativo camera originale e da un positivo colonna doppia banda, entrambi messi a disposizione da Studio Cine