La Paura

Roberto Rossellini

T. int .: Fear Sog .: dalla novella Angst di Stefan Zweig . Scen .: Franz Treuberg, Sergio Amidei, Roberto Rossellini. F .: Carlo Carlini. M.: Jolanda Benvenuti, Walter Boos, Heinz Schnackertz. Mus.: Renzo Rossellini. Int.: Ingrid Bergman (Irene Wagner), Mathias Wieman (prof. Alberto Wagner), Renate Mannhardt (Johanna Schultze), Kurt Kreuger (Enrico Stoltz), Elisabeth Wischert (Mady), Gabriele Seitz (Bubi). Prod.: Aniene Film, Ariston Film, München. DCP. D.: 83′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Sul set di La paura Rossellini girò due negativi: uno dei due gli servì per montare la versione tedesca Angst, con l’altro venne montata la versione internazionale Fear, uguale alla prima versione italiana, e fu successivamente rimontato per una seconda versione italiana, Non credo più all’amore. Il presente restauro è la ricostruzione della versione internazionale Fear ed è stato realizzato a partire dal negativo di Non credo più all’amore e da due contro-tipi combinati d’epoca, uno positivo e uno negativo. Quest’ultimo ha fornito anche il riferimento per la ricostruzione del montaggio. L’audio inglese è stato restaurato a partire dall’acquisizione di un positivo suono d’epoca. L’ultimo film di Rossellini interpretato da Ingrid Bergman è una coproduzione italo-tedesca. Tratto dalla novella Angst (Paura), di Stefan Zweig, narra di una donna che tradisce il marito, il quale ingaggia un’attrice allo scopo di ricattarla e indurla a confessare. Il ricatto, però, genera nella protagonista un tale stato di angoscia che il marito deve intervenire per impedirle di suicidarsi. Di questo racconto, ambientato all’inizio del secolo scorso, Rossellini conserva l’essenziale pur modificando i personaggi e le loro motivazioni più profonde. Soprattutto, dall’Impero Austro-Ungarico dei primi Novecento trasferisce l’intrigo nella Germania degli anni Cinquanta, contemporanea alla realizzazione del film. Le riprese si svolgono a Monaco, tra la fine dell’estate e l’ottobre 1954. Rossellini impressiona contemporaneamente due negativi: uno destinato al mercato tedesco e recitato in tedesco in presa diretta (anche da Ingrid Bergman, che era bilingue); l’altro destinato al mercato internazionale e a quello italiano, recitato prevalentemente in inglese in vista della post-sincronizzazione in inglese e del doppiaggio italiano. Da quest’ultimo negativo, infatti, Rossellini ricava anche la prima versione italiana, uguale alla versione internazionale appena restaurata, completa delle parti eliminate nella versione anglofona diffusa dall’Atlantic Television Corp. Per Rossellini si tratta di un ritorno in Germania quasi dieci anni dopo Germania anno zero. Una Germania che non è più quella della Berlino dell’immediato dopoguerra, distrutta dalle bombe. È al contrario una nazione operosa già divisa a metà: la Repubblica Federale tedesca e la Repubblica Democratica tedesca. La Storia cambia, insomma, e Rossellini cambia la storia: colloca l’intrigo nell’efficiente Baviera della Germania occidentale, che ha già conosciuto il miracolo economico, ma deve ancora fare i conti col fantasma della colpa. Rossellini ha sottolineato più volte l’importanza di distinguere l’aspetto materiale da quello morale della ricostruzione tedesca del dopoguerra. La paura del titolo è infatti anche quella di una nazione incapace di affrontare la propria ricostruzione morale, il lato oscuro d’un presente ufficiale lumino so e pieno di benessere, ma costruito sulla negazione e sulla rimozione, anziché sull’accettazione e sulla confessione delle proprie colpe. È tuttavia difficile resistere alla tentazione di vedere, nello scienziato che usa la moglie come cavia, anche un doppio del regista che utilizza l’attrice – di nuovo sua moglie – appunto come cavia. Sin dai tempi di Stromboli, per sperimentare un nuovo linguaggio, senza indietreggiare di fronte alla certezza di distruggerla come diva e metterla a nudo come donna.

Elena Dagrada

 

Copia proveniente da

Restaurato nel 2014 da Fondazione Cineteca di Bologna, CSC - Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata, nell'ambito del Progetto Rossellini promosso da Istituto Luce Cinecittà, Cineteca di Bologna, CSC - Cineteca Nazionale e Coproduction Office