La Moglie Di Claudio

Gero Zambuto

Supervisore alla regia: Giovanni Pastrone. Sog.: dal dramma La Femme de Claude (1873) di Alexandre Dumas figlio. Scen.: Dante Signorini. F.: Antonio Cufaro, Segundo de Chomón. Int.: Pina Menichelli (Cesarina Ruper), Vittorio Rossi-Pianelli (Claudio Ruper), Alberto Nepoti (Antonino), Arnaldo Arnaldi (Moncabré), Gabriel Moreau (Enea Cantagnac), Antonio Monti (Daniele), Gina Marangoni (Edmea). Prod.: Itala Film. 35mm. L.: 1437 m. D.: 70’ a 18 f/s. Desmetcolor.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Cesarina Rupert, moderna Messalina, è la moglie di Claudio, patriota e geniale in­ventore di macchine belliche per maggior gloria della Francia. Tra drammi passionali e intrighi spionistici una coppia così male assortita non potrà che andare incontro a una fine tragica. Pina Menichelli esibisce il suo campionario espressivo più estremo per rappresentare l’eroina nera di Dumas “la mala femmina che mina la società, dis­solve la famiglia, smembra la patria, sfibra l’uomo, disonora la donna di cui assume le parvenze e distrugge quelli che non la schiacciano”. Il risultato è una performan­ce che incarna compiutamente gli eccessi ma anche il potere ipnotico ed erotico di quello che Dalì definì “cinema isterico”. Anche se i critici contemporanei storsero il naso, criticando non solo gli eccessi della protagonista ma anche la convenzionalità della storia, stupisce veder trattati sullo schermo in modo tanto esplicito per l’epo­ca temi sociali e politici quali l’aborto e l’aspirazione del popolo ebraico alla costi­tuzione di uno stato nazionale.

 

Copia proveniente da

Restaurato nel 2011 da Museo Nazionale del Cinema e Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da una copia positiva nitrato imbibita e virata, con didascalie francesi, della Collezione Lobster Films. La copia è una riedizione francese distribuita dalla filiale Vitagraph di Parigi. Le didascalie italiane sono state ricostruite grazie al visto di censura e agli elenchi delle didascalie conservati dal Museo Nazionale del Cinema. Alcuni palesi errori di montaggio sono stati emendati sulla base dei documenti e le lacune sono state segnalate con dieci fotogrammi neri