LA LAMPADA DELLA NONNA

Luigi Maggi

Sog., Scen.: Arrigo Frusta. F.: Giovanni Vitrotti. Int.: Fernanda Negri-Pouget (la nipote), Umberto Scalpellini (il curato), Luigi Chiesa (il tenente Carlo), Luciano Manara (Zufolo). Prod.: S.A. Ambrosio DCP. D.: 42’. Imbibito

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

A due anni di distanza da Nozze d’oro, la rodatissima accoppiata Frusta-Maggi torna su un tema tra i più cari al cinema italiano del tempo: l’epopea risorgimentale, con annesso obbligo di ridurre l’invasore austriaco a vittima designata della scaltrezza e del coraggio patriottici. Il pubblico si infiamma, al punto da inveire oltre misura quando il nemico irrompe sullo schermo, costringendo qualche questura a bloccare il film. Come nel precedente Nozze d’oro, la vicenda si svolge nella cornice del ricordo e regala ai protagonisti l’occasione per innamorarsi. La ‘voce narrante’ qui è quella della nonna, restia ad accettare la modernità di una lampada elettrica: è proprio grazie alla sua vecchia lampada a olio, infatti, che riuscì a spazzare via il nemico e a maritare il bel tenentino. Il film eccelle per l’uso dello spazio: la cittadina sotto assedio ha un carattere poroso, che invita al nascondiglio, a un gioco degli inganni che ha il proprio fulcro nella sacrestia e nella torre campanaria. Gli austriaci soccombono perché smarriscono il controllo della topografia e non sanno guardare oltre le apparenze. Come spesso avviene nelle storie di Frusta, vince chi sa approfittare dell’anfratto nascosto, del travestimento, del doppio gioco.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2018 da Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con BFI – National Archive, nel 2018 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire da una copia nitrato imbibita conservata presso il BFI – National Archive e proveniente dalla collezione Joye