LA GUERRA E IL SOGNO DI MOMI

Segundo de Chomón

Sog.: Giovanni Pastrone [Segundo de Chomón]. Scgf., F., trucchi e animazione: Segundo de Chomón. Int.: Stellina Toschi (Momi), Alberto Nepoti (padre di Momi), Enrico Gemelli (nonno di Momi), Luigi Petrungaro (Berto), Gina Marangoni (madre di Berto). Prod.: Itala Film 35mm. L.: 762 m. (incompleto, l.: orig.: 833 m). D.: 41’ a 16 f/s. Desmetcolor

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Segundo de Chomón dopo l’iniziazione nei laboratori di Méliès, vive anni di apprendistato tra Spagna e Francia divenendo responsabile degli effetti speciali presso la Pathé e in seguito produttore e regista. La sua nota abilità tecnica spinge Giovanni Pastrone a offrirgli un contratto in vista della realizzazione di Cabiria (1914). Nel periodo trascorso in Italia, Chomón, contribuendo alla realizzazione dei più importanti film prodotti tra gli anni Dieci e Venti dalla Itala Film e dalla Fert-Pittaluga, affina i tre elementi che caratterizzano il suo stile: la specializzazione nei trucchi, la sperimentazione nel campo del colore e la maestria nella tecnica dell’animazione. La guerra e il sogno di Momi è forse l’opera in cui meglio si esprime l’eclettismo di Chomón. Nelle scene dell’assalto al casolare, gli spari e l’incendio sono resi con realistiche sovrimpressioni di fiamme e fumo di grande effetto drammatico e spettacolare. Quando Momi, turbato, si addormenta i suoi burattini Trick e Track prendono vita: con la tecnica a passo uno Chomón crea un universo onirico che è il potente epicentro del film. Due eserciti di pupazzi animati si sfidano in un mondo in miniatura, curato nei minimi dettagli, dove gli orrori della guerra (le trincee, il gas, i bombardamenti) vengono messi in scena ma stemperati da trovate di sottile umorismo (la bottiglia del seltz, il volume della Kultur, l’aspiratore di vapori…) che aprono uno spiraglio di amara leggerezza nell’incubo della guerra che incombe anche sullo spettatore.

Claudia Gianetto

Copia proveniente da

Copia stampata nel 1998 a partire dalla copia restaurata nel 1991 da Museo Nazionale del Cinema presso il laboratorio Bruno Favro di Torino (35mm, acetato, imbibito)