LA CITTÀ SI DIFENDE

Pietro Germi

T. int.: Four Ways Out. Sog.: Federico Fellini, Tullio Pinelli, Luigi Comencini. Scen.: Federico Fellini, Tullio Pinelli, con la collaborazione di Pietro Germi, Giuseppe Mangione. F.: Carlo Montuori. M.: Rolando Benedetti. Scgf.: Carlo Egidi. Mus.: Carlo Rustichelli. Int.: Gina Lollobrigida (Daniela), Renato Baldini (Paolo Leandri), Cosetta Greco (Lina Girosi), Fausto Tozzi (Luigi Girosi), Paul Müller (Guido Marchi), Patrizia Manca (Sandrina Girosi), Enzo Maggio (Alberto Tosi), Emma Baron (madre di Alberto), Tamara Lees (donna del ritratto). Prod.: Cines. 35mm. D.: 84’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1951, ottenne il premio – un po’ inventato ad hoc – come miglior film italiano della competizione. Questo non bastò alla critica d’epoca, che quasi all’unanimità stroncò il film, il quale da allora non ha avuto fortuna negli studi sul nostro autore. […]
Una delle ragioni per cui il film è rimasto nell’ombra è forse dovuta al fatto che i quattro interpreti maschili erano, e restano, semisconosciuti al grande pubblico. Renato Baldini è Paolo Leandri, ex calciatore di successo azzoppato per un incidente; Fausto Tozzi è Luigi Girosi, un disoccupato che vive in un palazzone di periferia; Paul Muller è Guido Marchi, un pittore senza gloria; Enzo Maggio jr. è Alberto Tosi, un ragazzo di buona famiglia ma di cattive compagnie. Nessuno di loro ha lo statuto di eroe; al contrario, tutti loro sono ‘uomini di paglia’, destinati sin dall’inizio a fallire nel loro tentativo di arricchirsi facilmente rubando il bottino dello stadio (le anticipazioni nell’opera di Germi di questi uomini deboli si trovano nel Testimone e in Gioventù perduta). Siamo ben lontani dalle figure eroiche che Germi aveva sin qui scolpito (In nome della legge e Il cammino della speranza, e dopo Il brigante di Tacca del Lupo). […]
Al contrario degli uomini, le donne hanno ben altra forza e anche maggiore statuto divistico: Gina Lollobrigida è Daniela, la ex amante di Paolo, da cui lui si rifugia sperando di riprendere la relazione ora che si è arricchito, ma lei lo tradisce e lo fa arrestare; Cosetta Greco è Lina, la moglie di Luigi, che di fronte all’inerzia del marito prende le redini della situazione e lo spinge ad abbandonare la città assieme alla figlioletta Sandrina […];Tamara Lees è la donna dell’alta società che Guido vuole ritrarre, incantato dalla sua bellezza; Emma Baron è la madre di Alberto, colei che convince il figlio a rientrare in casa quando, nel finale, è sospeso sul cornicione del palazzo pronto a suicidarsi.
Mi sembra evidente che la scelta di attori e attrici sia coerente con il proposito di Germi di contrapporre la debolezza degli uni alla forza delle altre. Non solo. Il film è cosparso di presenze minori di intensa caratterizzazione, volti che compaiono per pochi minuti e che si stampano nella memoria (come quelli, per fare un solo esempio, dei contrabbandieri che incastrano Guido e poi lo strozzano): quasi a voler indebolire ancora di più la presenza opaca dei quattro protagonisti.

Adriano Aprà, Un film sottovalutato: “La città si difende”, in Il cinema di Pietro Germi, a cura di Luca Malavasi ed Emiliano Morreale, Edizioni di Bianco e Nero/Edizioni Sabinæ, Roma 2016

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