La Cigarette

Germaine Dulac

Scen.: Jacques de Javon (Jacques de Baroncelli), Germaine Dulac. F.: Louis Chaix. Int.: Gabriel Signoret (Pierre Guérande), Andrée Brabant (Denise Guérande), Jules Raucourt (Maurice). Prod.: Film d’art. 35mm. L.: 1156 m. (l. orig.:: 1400 m). D.: 56′ a 18 f/s. Bn.

Accompagnamento al piano di Maud Nelissen

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il primo film superstite di Germaine Dulac, La Cigarette, preannuncia gli elementi fondanti del movimento cinematografico impressionista che la regista avrebbe contribuito a lanciare poco tempo dopo: riprese in esterni, recitazione realistica, iconografia simbolista, montaggio associativo e analogie musicali. Girato agli inizi della Prima guerra mondiale (nella primavera del 1919) su sceneggiatura originale del regista naturalista Jacques de Baroncelli, il film si incentra su una giovane emancipata e su uno dei personaggi maschili più angustiati e inclini al suicidio di tutta l’opera di Dulac. Tale sfrenata libertà espressiva, qui visibile nella sua forma più pura, era destinata a sgretolarsi gradualmente di fronte alla retorica natalista del dopoguerra. Questo film fresco, inventivo ed esplicito contiene in nuce le principali strategie cinematografiche di Dulac – dalla riflessività a cui sono improntate le strutture narrative e gli stili di recitazione all’uso dei procedimenti tecnici in chiave simbolica e alle associazioni visive astratte -, che le avrebbero permesso di comunicare le sue idee progressiste attraverso un elaborato sistema di segni basato sull’evocazione e la ‘suggestione’.

La Cigarette narra la storia di una giovane parigina emancipata, Denise Guérande, le cui disinvolte sortite fuori casa (e la frequentazione del giovane e moderno Maurice, che gioca a golf e balla il tango) suscitano ansia e gelosia nel più anziano e tradizionalista marito Pierre (Gabriel Signoret), archeologo e curatore delle antichità egizie al Museo d’arte orientale. Lo spirito moderno e indipendente della giovane eroina e l’angoscia del marito – che lo spinge a tentare il suicidio iniettando del veleno in una sigaretta – sono espressi attraverso le associazioni dei personaggi con i vari scenari (le gallerie del Panthéon buddista del Musée Guimet; gli Champs Elysées; e l’ambientazione moderna e naturalistica di un campo da golf ). Dulac sfrutta la recitazione naturalistica e i gesti astratti (come descrizione visiva condensata) per associare la protagonista ad alcuni archetipi (come le figure femminili nella pittura preraffaellita) che la regista sceglie di volta in volta di sviluppare o di demolire.

 

 

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