LA BELLE DAME SANS MERCI

Germaine Dulac

Scen.: Irène Hillel-Erlanger; Adattamento: Germaine Dulac; F.: Jacques Oliver; Int.: Yolande Hillé, Tania Daleyme (Lola de Sandoval), Jean Toulout (conte Guy d’Amaury), Denise Lorys (contessa d’Amaury), Jean Tarride, Pierre Mareg, Lucien Glen, Louis Monfils; Prod.: DH Films 35mm. L.o.: 1860 m. L.: 1790 m. D.: 87’ a 18 f/s. Virato, imbibito/ Tinted, toned.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film prende il titolo da una poesia di John Keats di inizio ‘800, “La Belle Dame sans merci”, e dal mistico archetipo della femme fatale immortalato da pittori prerafaelliti come Waterhouse e Dicksee. In questo film estremamente personale, la Dulac rivisita gli stereotipi dell’arte del XIX secolo per dar vita a una possente caricatura della sua eroina, Lola de Sandoval, che si appresta quindi a demolire. A questo scopo, la regista ricorre a una mise-en-scène simbolista, al montaggio associativo e a tecniche narrative riflessive. La Dulac gioca anche con l’ambiguità dell’archetipo romantico keatsiano del tempo per metterlo in discussione. Come scrive J. L. Croze: “Questa Lola, tradita dall’amore e determinata a vendicarsi di tutti gli uomini per le sofferenze ricevute da uno solo, è a tal punto sfacciata e intrigante da essere quasi odiosa; eppure, non possiamo che provare pena per lei (…) e siamo portati a giustificare questa donna spietata per aver causato tanta sofferenza, con una tale bellezza!”

Tami Williams

 

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