KYIVS’KI FRESKY / KIEVSKIE FRESKI

Sergej Paradžanov

Scen.: Sergej Paradžanov, Pavlo Zahrebelnyi. F.: Oleksandr Antypenko. M.: Marfa Ponomarenko. Scgf.: Aleksandr Kudrja. Int.: Tengiz Arčvadze (artista), Vija Artmane (vedova), Afanasij Kočetkov (lo scaricatore di porto), Antonina Leftij (ex moglie dell’artista). Prod.: Studio cinematografico Dovženko. DCP. D.: 15’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Paradžanov lavorò a Kyivs’ki fresky per tutto il 1965. Anche se il film non fu mai prodotto, il regista scrisse la sceneggiatura e il copione con piano inquadrature e girò alcuni provini nell’ottobre di quell’anno. Palesemente una celebrazione della Grande guerra patriottica, Kyivs’ki fresky si svolge il 9 maggio 1965 – l’anniversario della liberazione di Kyiv. La sceneggiatura di Paradžanov descriveva il film come composto da dieci “affreschi cinematografici”. L’opera doveva essere allo stesso tempo tradizionale e innovativa. Kyivs’ki fresky offre un assaggio della poetica e dell’immaginario del Colore del melograno (1969). Con le sue cornici dorate, le cascate di scaglie di madreperla e le immagini di pizzo su vetro, l’organizzazione grafica complessiva delle inquadrature richiama ripetutamente l’attenzione sull’artificio del cinema: la sceneggiatura di Paradžanov prevede addirittura che il protagonista viva su un set cinematografico. Molti affreschi riguardano un sogno condiviso, legato alla visione di una tenda svolazzante, altra immagine che ricomparirà proprio in Il colore del melograno. Per Paradžanov Kyivs’ki fresky segnò un allontanamento dalla recitazione naturalistica a favore di un movimento puramente espressivo. Ciò richiama non solo Ėjzenštejn e la sua passione per il gesto ma anche gli studi di violino, canto e balletto compiuti dal giovane Paradžanov. Inevitabilmente, l’ufficio di Kyiv del Comitato statale dell’URSS per la cinematografia, Goskino, osservò che i testi esibivano una “percezione distorta… patologica della realtà” e pur riconoscendo il valore della sperimentazione di Paradžanov sentenziò che i provini avessero poco a che vedere con la sceneggiatura sottoposta. Il film fu perciò cancellato. Successivamente il direttore della fotografia Oleksandr Antypenko riutilizzò i provini trasformandoli in un cortometraggio. Poco dopo Paradžanov ricevette dallo Studio cinematografico armeno Hayfilm la richiesta di girare un film sulla vita del poeta nazionale armeno Sayat Nova.

Daniel Bird

Copia proveniente da

Restaurato da Fixafilm e NCCA (National Cinema Centre of Armenia) nell’ambito del progetto Hamo BekNazarov. Restauro supervisionato da Łukasz Ceranka e prodotto da Daniel Bird. Con il sostegno di Kino Klassika Foundation