KORTIK

Michail Švejcer, Vladimir Vengerov

[Il pugnale del marinaio] Sog.: da un romanzo di Anatolij Rybakov. Scen.: Anatolij Rybakov, Innokentij Gomello. F.: Veniamin Levitin. Scgf.: Aleksej Rudjakov, Aleksej Fedotov. Mus.: Boris Arapov. Int.: Arkadij Tolbuzin (il commissario Polevoj), Bruno Frejndlich (Nikitskij), Volodja Šachmamet’ev (Miša Poljakov), Boris Arakelov (Genka), Nina Kračkovskaja (Valja Ivanova). Prod.: Lenfil’m. · 35mm. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Michail Švejcer e Vladimir Vengerov erano una sorta di dream team, anche se diressero insieme solo questo film (contrariamente al duo ufficiale dell’epoca composto da Aleksandr Alov e Vladimir Naumov, che lavorarono insieme fino alla prematura morte del secondo confezionarono la giusta dose di capolavori: ma di loro parleremo l’anno prossimo). Ciò nonostante, Švejcer e Vengerov rimasero buoni amici fino alla morte di quest’ultimo anche se non lavorarono più per la stessa casa di produzione (Vengerov restò alla Lenfil’m mentre Švejcer passò alla Mosfil’m dopo Tugoj uzel, del 1957, che dovette essere rigirato e rimontato fino alla nausea) e vissero in città diverse. Il talento straordinario di entrambi rende doverosa una seria rivalutazione che al di fuori dei confini della Russia equivarrebbe a una scoperta vera e propria, anche se uno o due film di Švejcer furono notati ed elogiati all’estero. Non a caso Marlen Chuciev, intervistato a proposito dei suoi film degli anni Sessanta, ha scosso il capo con impazienza e ha detto che i veri capolavori di quell’epoca erano Rabočij posëlok (1965) di Vengerov e Vremja, vperjod! (1966) di Švejcer (che lo diresse con Sofia Mil’kina). Erano questi, secondo Chuciev, gli autori da studiare… Kortik è un’opera chiave di quel periodo: un’avventura per ragazzi ambientata nei giorni della rivoluzione, con messaggi segreti, inseguimenti e salvataggi in extremis. Se la storia di coraggio adolescenziale di fronte a un complotto dei Bianchi è abbastanza in linea con le direttive di partito (il romanzo fu pubblicato nel 1948), totalmente diverso è il modo in cui viene trattata da Anatolij Rybakov, uno dei più amati spiriti liberi della letteratura sovietica, e da Švejcer e Vengerov: un connubio di attenta osservazione dei dettagli della vita quotidiana e di favoloso senso per i piaceri particolari del genere. Vengerov proseguì poi sullo stesso tono con Dva kapitana (1955), riconosciuto film di culto in Unione Sovietica.

Olaf Möller

 

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