KHAK-E SAR BÉ MOHR

Marva Nabili

Scen.: Marva Nabili. F.: Barbod Taheri. Mus.: Hooreh. Int.: Flora Shabaviz (Roo-Bekheir). Prod.: Marva Nabili. DCP.: 90’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Khak-e Sar bé Mohr racconta la vita repressa e ripetitiva di Roo-Bekheir, giovane donna in un villaggio povero dell’Iran sud-occidentale, e la sua resistenza al matrimonio combinato. È una critica, espressa con rigore formale e distacco emotivo, del patriarcato e della fasulla riforma agraria che fu uno dei fattori della rivoluzione del 1979.
Nabili concepì Khak-e Sar bé Mohr come film di diploma quando studiava a New York. Con l’aiuto del produttore e direttore della fotografia iraniano Barbod Taheri fece ritorno in patria e accettò di dirigere parte delle Antiche fiabe persiane per la televisione pubblica iraniana in cambio di una fornitura di pellicola 16mm e di una troupe per il suo progetto cinematografico. Scrisse la sceneggiatura durante le riprese della serie, recandosi spesso al villaggio in cui aveva fatto i sopralluoghi. Il film fu infine fotografato da Taheri e interpretato dalla moglie di quest’ultimo, Flora Shabaviz. Al termine delle riprese Nabili montò il materiale negli Stati Uniti, anche se il lavoro di post-produzione (soprattutto il doppiaggio professionale) suggerisce che il sostegno dell’Iran continuò probabilmente anche dopo il suo ritorno a New York.
Nel suo utilizzo di campi lunghi, di una macchina da presa statica e di inquadrature prolungate Nabili cita come influenza principale le miniature persiane, in cui la storia è sempre raffigurata da lontano permettendo allo spettatore di interpretare liberamente i personaggi e le situazioni. Si richiama inoltre a Bertolt Brecht e a Robert Bresson; l’influenza di quest’ultimo è evidente nella sequenza lirica e placida in cui Roo-Bekheir si spoglia sotto la pioggia, provvisoria catarsi poetica del film. Questa sobria e misurata ribellione contro il patriarcato – in quello che rimase l’unico lungometraggio di Nabili oltre a un film per la Tv realizzato per la PBS nel 1983 – spiega forse il rinnovato interesse per la sua opera nell’Iran post ‘Donna, vita, libertà’, anche se Khak-e Sar bé Mohr non è mai stato proiettato nel suo paese di produzione e un’intera generazione ha potuto vederlo soltanto su pessime videocassette.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Restaurato da UCLA Film & Television Archive con il contributo di Golden Globe Foundation, Century Arts Foundation, Farhang Foundation e Mark Amin, presso i laboratori Illuminate Hollywood, Corpus Fluxus, Audio Mechanics, Simon Daniel Sound, a partire dai negativi originali 16mm A/B, da un internegativo reversal a colori e dai negativi suono magnetici e ottici. Un ringraziamento particolare a Thomas Fauci, Marva Nabili, and Garineh Navarian.