Kentucky Pride

John Ford

T. it.: Galoppo di gloria; Scen.: Dorothy Yost; F.: George Schneiderman, Edmund Reek; Int.: Henry B. Walthall (Signor Beaumont), J. Farrell MacDonald (Mike Donovan), Gertrude Astor (signora Beaumont), Malcolm Waite (Greve Carter), Belle Stoddard (signora Donovan), Winston Miller (Danny Donovan), Peaches Jackson (Virginia Beaumont), e i cavalli Man O’War, Fair Play, Negofol, il Finlandese, Morvich; Prod.: William Fox, Pri. pro.: 23 agosto 1925. 35mm. L. or.: 2010 m. L.: 1952 m. D.: 71’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

 

Uno dei film meno noti e più insoliti del canone fordiano è Kentucky Pride, deliziosa e semplice storia su una gara di cavalli. Disse Ford: “Andammo nel Kentucky per girare una storiellina sulle corse di cavalli, e ci mettemmo dentro un sacco di pezzi brillanti”. Ci mise anche il cuore. Questo muto è narrato da una giumenta (per mezzo di didascalie) e attinge ai temi fordiani essenziali: la casa, la famiglia, la separazione e la tradizione. Il protagonista umano è interpretato da Henry B. Walthall, il “Little Colonel” di The Birth of a Nation (Nascita di una nazione, 1915) di Griffith, che sarà anche un memorabile vecchio reduce confederato nel film di Ford Judge Priest (Il giudice), del 1934. Qui è Beaumont, un imprudente proprietario. Nel cast spicca anche un caratterista onnipresente nei film di Ford, l’adorabile Farrell MacDonald, che interpreta l’addestratore di cavalli irlandese Mike Donovan. Ma il personaggio centrale di questa perla ingiustamente dimenticata è una giumenta chiamata Virginia’s Future, che dopo essersi rotta una zampa viene venduta da Beaumont e destinata a fare il cavallo da tiro. La sua puledra, Confederacy, diventa campionessa e Virginia’s Future ci dice: “Quando vidi la mia piccola volare in testa, tutte le dolorose mortificazioni, l’amarezza della mia vita, si sono come dissipate… A un tratto seppi che non avevo fallito, che anch’io ero andata avanti… La mia dolce piccola… aveva saldato tutti i miei debiti”.
Come scrive Tag Gallagher, “Questo è il primo esempio ancora esistente del tema ‘Tradizione & Dovere’ che – tratto saliente anche nei primi film per la Universal – apparirà nella sua rilevanza in quasi tutte le opere successive di Ford. E l’andamento in forma di sketch contiene già i germi della futura grandezza di Ford. Con uno stile di recitazione salace e piena di tic, un po’ alla maniera del teatro britannico o della commedia dell’arte, fornisce una rapida caratterizzazione e narra in modo stringato ed efficace”. Ford trova perfino il tempo per offrire un entusiasmante cameo del più grande cavallo da corsa dell’epoca, Man o’ War.

Copia proveniente da

Preservato con il sostegno di The National Endowment for the Arts and The Film Foundation.