KEAN / DESORDRE ET GENIE

Alexandre Volkov

R.: Alexandre Volkov. S.: dalla pièce di Alessandro Dumas padre, Thiaulon e de Courcy. Sc.: Alexandre Volkov, Ivan Mosjoukine, Kenelm Foss. F.: Jean-Louis Mundwiller, Fédote Bourgassov. Scgf.: Ivan Lochakov, Edouard Gosch. In.: Ivan Mosjoukine (Edmond Kean), Nicolas Koline (Salomon), Nathalie Lissenko (Contessa di Koefeld), Otto Detlefsen (Principe di Galles), Georges Deneubourg (Conte di Koefeld), Kenelm Foss (Lord Mewill), Albert Bras, Joe Alex, Laurent Morlas, Jules de Spoly, Pierre Mindaist, Constantin Mic, Mary Odette, Pauline Pô. P.: Films Albatros. D.: Compagnie Vitagraph de France. L.: 2845 m. D.: 136’ a 18 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Mosjoukine, sempre notevole, non ha forse messo in risalto il romanticismo di Kean. Ne ha espresso il disordine e il genio, in un modo che, a tratti, ci è sembrato troppo calcolato. Ma, sullo schermo, quanti sono gli attori capaci di una tale verità, di un tale soffio e di tanta sensibilità?”

Léon Moussinac, Les Films, Le Crapouillot, 1. 2. 1924

“Questa settimana capita di scoprire Ivan Mosjoukine. Uno che non si discute, vi prego. Ho incontrato alcuni cineasti che mi hanno detto: ‘Ho visto Kean. Hai visto Kean? Ci recita un attore che si chiama.. aspetta… che si chiama Mosjoukine… un nome impossibile… ma un tipo straordinario, come da noi non ce n’è, e… e… così via’. E sono pronti a lasciare a piedi i grandi attori con cui sono abituati a lavorare e di gettarsi in ginocchio davanti a Mosjoukine per supplicarlo di collaborare con loro…

Io credo che tutti abbiano visto Tempêtes e La Maison du mystère, e un certo Brasier ardent che mi sembra possa essere inserito nella dozzina di film francesi di cui si possa essere orgogliosi. Kean, ampio, armonioso, corretto, un po’ borghese, viene dopo questi sforzi rivelatori e decisivi. E beh, questo non lo si confessa! Si deve aver scoperto Ivan Mosjoukine in Kean.

È l’ultima moda della settimana.

Altri sono molto curiosi di vedere Mosjoukine in Kean, ma per un altro motivo. Rispettoso del dramma cinematografico e della linea voluta, sembra preoccupato di non uscire dal quadro 1930 – romanticismo familiare – che il regista ha dovuto scegliere per adattare la storia del celebre attore inglese. È un racconto per immagini di uno stile impeccabile, ma di una grazia rigida. Dumas padre raccontava queste avventure con la sua violenta bonomia. ‘Genio e sregolatezza’ dice il sottotitolo. Il cinema, più seducente, è anche più deludente. E’ molto difficile, con questo brillante aneddoto ben ordinato, realizzare qualcosa di diverso da ‘Disciplina e talento’. Ed è già tanto.

Uno spettatore, per niente stupido, mi dice: ‘Questo film è splendido, ma non ci ho trovato tutto Mosjoukine’. Errore! È solo che non ce n’è soltanto uno. L’attore di teatro e l’interprete cinematografico manifestano un accordo così vivo che si penserebbe ad un duello. I combattenti si equivalgono. L’uno prevale sull’altro, e poi l’altro a sua volta, e via di seguito, e tutto questo è così rapido, così incisivo, così intenso che non si vedono gli intervalli e le interruzioni”.

Louis Delluc, Ecrits, II, Paris, Cinémathèque Française, 1985

 

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