JUNINATTEN
Sog.: dal romanzo omonimo di Tora Nordström-Bonnier. Scen.: Ragnar Hyltén-Cavallius. F.: Åke Dahlqvist. M.: Oscar Rosander. Scgf.: Arne Åkermark. Mus.: Jules Sylvain. Int.: Ingrid Bergman (Kerstin Norbäck/Sara Nordanå), Marianne Löfgren (Åsa), Lill-Tollie Zellman (Jane Jacobs), Marianne Aminoff (Nickan, la centralinista), Olof Widgren (Stefan von Bremen, il medico), Gunnar Sjöberg (Nils Asklund, il marinaio), Gabriel Alw (Tillberg, il professore), Olof Winnerstrand (‘il conte’), Hasse Ekman (Willy Wilson, il giornalista). Prod.: AB Svensk Filmindustri. DCP. D.: 89’. Bn.
Scheda Film
Girato tra ottobre e dicembre 1939 e uscito nell’aprile del 1940, Juninatten è l’ultimo film svedese di Ingrid Bergman prima della partenza per Hollywood (in precedenza aveva già recitato nella versione americana di Intermezzo). Senza troppi sforzi di immaginazione si potrebbe dire che Juninatten è quanto di più simile a un film noir il cinema svedese dell’epoca abbia prodotto, con i suoi chiaroscuri e le sue angolazioni non convenzionali e una storia dominata dal segreto e dall’ossessione.
Il film si apre in una sperduta cittadina in cui una donna si trova costretta a difendersi da una reputazione scandalosa dopo essere rimasta ferita in un violento alterco con un amante. Ancora una volta Ingrid interpreta un personaggio che tenta di fuggire da un passato tormentato, questa volta fino al punto di trasferirsi in una grande città e di assumere una nuova identità.
La carriera cinematografica di Per Lindberg ebbe inizio nei primi anni Venti, quando girò due muti, tra cui Norrtullsligan. Poi si dedicò al suo primo amore, il teatro, per tornare al cinema solo alla fine degli anni Trenta. La sua produzione a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta è tra le più interessanti del cinema sonoro svedese d’anteguerra: si tratta di film diseguali, a volte imperfetti, spesso vibranti se non febbrili, visivamente ricchi ed espressivi. La denuncia della ristretta mentalità provinciale in Juninatten ricorda il suo film sonoro forse più famoso, inquietante ritratto di una società dominata dall’isteria e dal pettegolezzo, Det sägs på stan [Si dice in città, 1941], proiettato a Bologna nel 2005.
Proiezioni
Digitalizzazione realizzata nel 2015. Scansionato in 2K a partire da un controtipo interpositivo 35mm; il sonoro ottico da una copia 35mm. L’interpositivo 35mm e la copia 35mm sono state stampate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta dai negativi camera e colonna originali, oggi perduti