JAHRGANG 45

Jürgen Böttcher

tr. l.: Generazione 45. Int.: Rolf Römer, Monika Hildebrandt, Paul Eichbaum, Holger Mahlich, Renate Reinecke. 35mm. D.: 90’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Tre incontri con i film di Jürgen Böttcher, accompagnati da una piccola mostra che inaugurerà lunedì 3 luglio alle 18 all’Istituto di Cultura Germanica con disegni, collage e interventi pittorici di Strawalde. Rimane al pubblico di percepire e riconoscere l’identità artistica di Böttcher-Strawalde. Verrano presentati sei degli oltre quaranta film firmati da Böttcher come regista, da solo o insieme ad altri. Il cinema di Jürgen Böttcher non è un’opera conclusa ma piuttosto brani di un confronto con la realtà, continuamente interrotto, e continuamente rinnovato – un confronto con la realtà tedesca, la realtà della Germania orientale, degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. La frammentarietà cui la sua arte fu condannata dalla politica, ne determina anche la qualità. Jürgen Böttcher è nato nel 1931, figlio di un insegnante mandato precocemente in pensione dai nazisti. È cresciuto a Strahwalde, un paese nella regione di Brandeburgo. Il sanguinoso finale della Seconda Guerra Mondiale e del nazismo lo hanno profondamente segnato. Diventò comunista, frequentò l’Accademia d’Arte a Dresda e poi, non vedendo alcun futuro per la sua pittura nell’ambito del socialismo reale, la Deutsche Hochschule für Filmkunst a Potsdam. Era entusiasta dei film di Dovcenko, Rossellini e De Sica. Terminò gli studi di cinema nel 1960. Da subito fu interdetto il suo primo documentario realizzato per il dipartimento documentaristico della Defa. Fu premiato a diversi festival nel 1962 e nel 1963 con un reportage industriale, Ofenbauer, e con un film sulle operaie dal titolo programmatico Stars. Fino alla scomparsa della RDT la carriera di Böttcher si alternò tra il divieto e il riconoscimento. Come punizione per film giudicati pessimisti e “intimisti” Böttcher dovette girare film su operai o addirittura  su un segretario di partito. Il risultato era paradossale. Ha affrontato i suoi personaggi con una tale simpatia che  sono nati originali ritratti individuali che spesso, a loro volta, misero in imbarazzo i committenti. All’estero e ai festival i film di Böttcher fecero onore alla RDT – dove spesso però non furono mai proiettati.

Enno Patalas

Copia proveniente da