It’s Always Fair Weather

Stanley Donen, Gene Kelly


T. It: È Sempre Bel Tempo; Sog., Scen.: Betty Comden, Adolph Green; F.: Robert J. Bronner; Mo.: Adrienne Fazan; Scgf.: Hugh Hunt, Edwin B. Willis; Co.: Helen Rose; Mu.: André Previn; Int.: Gene Kelly (Ted Riley), Dan Dailey (Doug Hallerton), Cyd Charisse (Jackie Leighton), Dolores Gray (Madeline Bradville), Michael Kidd (Angie Valentine), David Burns (Tim), Jay C. Flippen (Charles Z. ‘Charlie’ Culloran); Prod.: Métro- Goldwyn-Mayer (Mgm); Pri. Pro.: New York, 11 Agosto 1955 35mm. D.: 102’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

It’s Always Fair Weather, ultimo atto della trilogia che inizia con On the Town e che
ha come film centrale il famoso Singin’ in the Rain, è un ritratto satirico e malinconico delle contraddizioni dell’epoca di Eisenhower. Anche se è tutto rose e fiori, succede una cosa terribile. Tre compagni di guerra si giurano eterna amicizia, ma quando si rivedono dieci anni dopo scoprono di non avere niente in comune. Amareggiati e delusi dall’esaltazione dei valori materiali per i quali gli anni ’50 sono giustamente famosi, scoprono che lo spazio della gioia è diventato il teatro della malinconia. Il senso della vita cade a pezzi, il glorioso schermo CinemaScope trema davanti alla rassegnazione e all’amarezza.
Uno dei tre ragazzi è Gene Kelly, quindi ci troviamo di fronte all’indimenticabile trio di On the Town, di cui il film è sia una continuazione, sia una nuova lettura resa critica dai tempi. È uno sguardo alla tradizione di genere e al rinnovamento, che si trasforma in tragedia quando la forma vitale del genere comincia a svanire; ciò che seguirà sarà dominato dai “book musical” di Broadway. Questo è ciò che crea la strana atmosfera del film: è divertente solo a tratti e quasi per forza. Il tema è troppo duro per essere trattato con leggerezza. La grande sequenza finale è ambientata in uno studio televisivo e in maniera comica risolve i problemi ‘esistenziali’ dell’epoca con gli assurdi metodi di quel tempo.
It’s Always Fair Weather non sarà uno dei musical più divertenti, ma è un film saggio, umano e pungente, un classico film sui vecchi amici. Inoltre ha ispirato alcune magnifiche variazioni sul tema, come C’eravamo tanti amati (1974) di Ettore Scola, che modifica in modo essenziale la storia originale e i suoi significati più profondi.

Peter von Bagh

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