In Dem Groben Augenblick

Peter Urban Gad

It.: Il Grande Momento; T. Ingl.: The Great Moment; Scen.: Peter Urban Gad; F.: Guido Seeber; Scgf.: Robert A. Dietrich; Int.: Asta Nielsen (Annie), Hugo Flink (Heinz Nelson), Emil Albes (Johann, L’autista), Max Obal (Bergmann, L’amministratore), Eugenie Werner (Sig.Ra Bergmann); Prod.: Deutsche Bioscop Gmbh E Projektion-Ag Union (Pagu); Pri. Pro.: 28 Agosto 1911 O 5 Settembre 1911 35mm. L.: 593 M. D.: 32′ A 16 F/S.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Il film In dem groften Augenblick affronta un classico tema femminile, la maternità. A questo scopo combina elementi melodrammatici a componenti molto realistiche rendendo difficile distingue­re dei limiti netti. Il fascino iniziale che il film mi ha suscitato nasce nella scena finale, una conflagrazione nei toni del rosso, il punto più alto del dramma di una povera e giovane madre costretta a dare il proprio figlio in adozione. Le forti emozioni scatenate dal film mi hanno colpito a tal punto che la mia attenzione si è con­centrata nell’elaborazione degli elementi melodrammatici. Dopo averlo visto una seconda volta ho realizzato che il mio ricordo di quel rosso travolgente non traeva la sua forza dalla fine dramma­tica del film, ma veniva anticipato nei conflitti che circondavano il bambino. Il film parla di come si vive e si sopravvive nei momenti di difficoltà, della perdita e del dolore, ma anche del gioco di pote­re. Il furore rosso della fine provoca una piacere emotivo ed este­tico, ma analizzando il film, ciò che lo spettatore conserva dentro di sé è la prospettiva sulla maternità e la relazione tra le due don­ne che lottano per il bambino. Il film parla di amore e allo stesso tempo del sentimento poco amorevole di possesso del bambino; il sacrificio finale asserisce la forza della maternità naturale, ma non la dichiara come l’unica garanzia del benessere del bambino”.

Heike Klippel, “Roter Rausch”, in Sprache der Liebe, Asta Niel­sen, ihre Filme, ihr Kino 1910-1933, Filmarchivs Austria, Vienna, 2007 (di prossima pubblicazione)

 

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