IMMORTAL SERGEANT

John M. Stahl

Sog.: dal romanzo omonimo di John Brophy. Scen.: Lamar Trotti. F.: Arthur Miller. M.: James B. Clark. Scgf.: Richard Day, Maurice Ransford. Mus.: David Buttolph. Int.: Henry Fonda (caporale Colin Spence), Thomas Mitchell (sergente Kelly), Maureen O’Hara (Valentine), Allyn Joslyn (Cassidy), Reginald Gardiner (Benedict), Melville Cooper (Pilcher), Morton Lowry (Cottrell), Bramwell Fletcher (Symes). Prod.: 20th Century Fox. 35mm. D.: 91’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La prima regia di Stahl per la 20th Century Fox fu questo combat film sulla Seconda guerra mondiale ambientato principalmente nel deserto libico, al quale si affiancano scene di un melodramma romantico su un altro fronte, quello domestico. Il timido caporale interpretato da Henry Fonda si trova al comando di una pattuglia in seguito alla morte del suo rude e valoroso sergente. Nel frattempo, una serie di flashback lo riporta alla sua vita a Londra prima della guerra, quando amava una donna (Maureen O’Hara) ma essendo troppo timido per dichiararsi aveva dovuto assistere in silenzio alla corte aggressiva di un altro uomo. In breve, l’esitazione romantica è associata a una mancanza di coraggio fisico.

Nel raccontare questa storia, Stahl percorre una complessa interazione di punti di vista. Il pubblico accompagna Fonda nel suo viaggio e ne condivide perfino i flashback, ma il punto di vista complessivo è oggettivo. Le scelte visive di Stahl mantengono gli spettatori nella condizione di osservatori che prendono nota delle reazioni di Colin più che sperimentarne le emozioni. La questione centrale è se Fonda si rivelerà all’altezza e mostrerà attitudine al comando; se lo farà, suggerisce la storia, acquisirà anche la sicurezza che gli serve in amore.

La sensibilità maschile-femminile che Stahl introduce nei suoi melodrammi romantici trova una collocazione interessante sul campo di battaglia, quando il regista esprime la straordinaria intimità che lega i commilitoni esausti. Le scene in cui gli uomini si passano l’ultima sigaretta e si spartiscono un barattolo di ananas sono quasi eteree nella presentazione formale, e le sequenze tra Fonda e Thomas Mitchell nel ruolo del sergente immortale diventano sempre più espressive e intense, con uno scambio finale visivamente così sensuale da risultare praticamente in una scena d’amore.

Nonostante l’ottima accoglienza che gli fu riservata nel 1943, Immortal Sergeant è stato pressoché dimenticato. Realizzato con intenti propagandistici, il film possiede tuttavia un suo valore: girato con mano sicura ed esperta, è visivamente e tematicamente coerente, ritmato e avvincente. Nota: fu il regista della seconda unità James Tinling, non accreditato, a girare le scene di combattimento che non coinvolgevano gli attori principali.

Jeremy Arnold

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