IL FERROVIERE

Pietro Germi

T. int.: The Railroad Man. Sog.: Alfredo Giannetti. Scen.: Pietro Germi, Alfredo Giannetti, Luciano Vincenzoni. F.: Leonida Barboni. M.: Dolores Tamburini. Mus.: Carlo Rustichelli. Scgf.: Carlo Egidi. Int.: Pietro Germi (Andrea Marcocci), Luisa Della Noce (Sara Marcocci), Sylva Koscina (Giulia Marcocci), Saro Urzì (Gigi Liverani), Carlo Giuffrè (Renato Borghi), Renato Speziali (Marcello Marcocci), Edoardo Nevola (Sandrino Marcocci), Antonio Acqua (commissario). Prod.: Carlo Ponti per E:N.I.C., Ponti-De Laurentiis. DCP. D.: 116’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Tutta l’opera di Germi, regista scomodo, antifascista, anticomunista, spesso arrogante e sanguigno, è stata travisata dalla critica dell’epoca, molto spiazzata anche da Il ferroviere. Germi veniva da una serie di insuccessi commerciali e alla ricerca di nuovi soggetti fu conquistato dal racconto inedito di un giovane sceneggiatore comunista, Alfredo Giannetti, che aveva come protagonista un operaio e la sua famiglia. Il produttore, Carlo Ponti, non credeva nel progetto e anche per rallentarne la realizzazione propose, per la parte del protagonista, nomi impossibili come quelli di Spencer Tracy e Broderick Crawford. Fu Giannetti a intuire che Germi avrebbe voluto e potuto interpretare il ruolo principale e fu lui a dirigerlo nei provini che convinsero Ponti.
Con i suoi Nastri d’argento al regista e al produttore, Il ferroviere fu un grande successo, nei piccoli centri ancor più che nelle grandi città. Il pubblico fu colpito dalla sincerità dell’opera, specchio dell’Italia dell’epoca: una Roma in costruzione dove i palazzi rubano spazio al gioco dei bambini, paghe che non bastano, scioperi, crumiri, dirigenti sindacali che non ascoltano, una società dove l’unica salvezza è nel senso di appartenenza a un mondo antico, popolare, capace, con il proprio affetto e le proprie radici, di dare la forza per affrontare i drammi della vita. […]
Opera corale sul tempo che passa, il film doveva intitolarsi Un giorno e tutti i giorni perché racconta “lo scorrere lento della vita, il senso amaro, tenero, drammatico e dolce della vita”. È probabilmente il film più musicale del cinema italiano, con una colonna sonora di Carlo Rustichelli che sorregge l’onda emotiva degli avvenimenti. Germi fa un uso sistematico delle ellissi e sfrutta ritmicamente due punti di vista narrativi, quello di Sandrino, che addolcisce la durezza degli avvenimenti, e quello del narratore che invece li drammatizza. La grandezza del film sta nel fatto che Germi, raccontando i cambiamenti italiani, facendo i conti con la tradizione neorealista, mette in scena una storia universale.

Gian Luca Farinelli, in Enciclopedia del Cinema. Dizionario critico dei film, Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, Roma 2004

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2023 da Cineteca di Bologna in collaborazione con Surf Film presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dai negativi immagine e suono originali. Con il sostegno di Ministero della cultura e il contributo di “A Season of Classic Films”, un’iniziativa di ACE – Associations des Cinémathèques Européennes all’interno del programma Europa Creativa MEDIA