IL FEDERALE
Sog.: Castellano e Pipolo. Scen.: Castellano e Pipolo, Luciano Salce. F.: Erico Menczer. M.: Roberto Cinquini. Scgf.: Alberto Boccianti. Mus.: Ennio Morricone. Int.: Ugo Tognazzi (Primo Arcovazzi), Georges Wilson (professor Erminio Bonafé), Gianrico Tedeschi (Arcangelo Baldacci), Elsa Vazzoler (Matilde Baldacci), Mireille Granelli (Rita), Stefania Sandrelli (Lisa), Franco Giacobini (deficiente), Renzo Palmer (partigiano romagnolo), Gianni Agus (federale), Luciano Salce (tenente Rudolf). Prod.: Isidoro Broggi, Renato Libassi per D.D.L.. DCP. Bn.
Scheda Film
Il fascista del Federale è il frutto di una scuola di ottusità e imbecillità, giocato dai suoi stessi capi furbacchioni. Uno che non capisce, perché gli hanno insegnato a non capire. D’altra parte il professore dal solido e chiaro antifascismo ha delle grettezze umane che non ha il suo antagonista. Il film è tutto in questo scontro di caratteri. […] Col Federale ho usato per primo Tognazzi fuori dagli schemini dei film comici che faceva allora con Vianello. Stavo girando un film come attore, Tipi da spiaggia, con protagonista Tognazzi e autori Castellano e Pipolo. Si parlava di una storia da scrivere insieme e venne quest’idea del Federale, che scrivemmo tornando a Roma […]. Tutto pensavo meno che pormi come candidato alla regia. Lo facemmo leggere a varie produzioni, ma nessuno voleva farlo. […] Nel frattempo ci fu la mia regia delle Pillole di Ercole, grazie a Manfredi. Andò bene, e allora mi chiamò Libassi e mi propose di riprendere Il federale, con Tognazzi. […] Qualcuno rimproverò al film di essere qualunquista, perché si vedeva con occhio umano il personaggio del fascista ottuso e imbecille. L’accusa, d’altronde, mi è stata fatta spesso. Il professore poi non è che lo considerassi come un buono, era un antifascista storico, vecchio tipo, alla Bonomi, alla Sforza, visto anche lui criticamente. Soprattutto era un film di buone trovate di sceneggiatura, e credo anche ben diretto.
Luciano Salce in L’avventurosa storia del cinema italiano. Da La dolce vita a C’era una volta il West, volume terzo, Edizioni Cineteca di Bologna, Bologna 2021
Con il Federale mi sembrò in quel momento di poter scoprire la strada giusta per iniziare quasi un nuovo mestiere. Vidi Salce e gli dissi: “Mi sembra che questa sia l’occasione per fare qualcosa di diverso, per avere un personaggio anziché un pretesto meccanico di commedia o parodia”. Salce fu d’accordo, lavorò con Castellano e Pipolo, e si fece il film. Mentre giravo la parte finale, i produttori, attraverso vie non alla luce del sole, mi offrirono un’automobile a patto che aggiungessi delle battute comiche a quel finale, perché erano intimoriti dalla svolta che c’era nel film quando mi picchiano e quando viene fuori la morale della favola e l’essenza del personaggio. Non ricordo se l’automobile la ebbi, ma ricordo che però la battuta ce la misi, e quando Wilson mi dice: “Non hanno picchiato te, hanno picchiato la tua divisa”, risposi, benché ammaccato di botte e in un contesto abbastanza serio: “Sì, ma la divisa ce l’ho io”.
Ugo Tognazzi in L’avventurosa storia del cinema italiano. Da La dolce vita a C’era una volta il West, volume terzo, Edizioni Cineteca di Bologna, Bologna 2021
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Per concessione di Compass Film
Restaurato in 4K nel 2020 da Cineteca di Bologna in collaborazione con Compass Film, con il contributo di Ministero della Cultura, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dai negativi camera e suono originali provenienti da Studio Cine. Grading sotto la supervisione del DoP Gian Filippo Corticelli