I WAS A COMMUNIST FOR THE F.B.I.

Gordon Douglas

Sog.: basato sulle esperienze di Matt Cvetic, raccontate a Pete Martin e pubblicate nel Saturday Evening Post; Scen.: Crane Wilbur; F.: Edwin B. DuPar; Mo.: Folmar Blangsted; Scgf.: Leo Kuter; Su.: Leslie G. Hewitt; Int.: Frank Lovejoy (Matt Cvetic), Dorothy Hart (Eve Merrick), Philip Carey (Mason), James Millican (Jim Blandon), Richard Webb (Ken Crow- ley), Konstantin Shayne (Gerhardt Eisler), Paul Picerni (Joe Cvetic), Roy Roberts (Father Novac), Eddie Norris (Harmon), Ron Hagerthy (Dick Cvetic), Hugh Sanders (Garson), Hope Kramer (Ruth Cvetic); Prod.: Bryan Foy per Warner Bros. 35mm. D.: 83’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Tra i tanti registi di B-movies sulla Guerra Fredda che non rivelano alcun tipo di coivolgimento, Gordon Douglas (1909-1993) appare come un vero combattente per la fede che proprio grazie a questa passione è riuscito a fare film “migliori”. Nel 1948 inaugurò il genere con La grande minaccia (il titolo originale, Walk a Crooked Mile, allude ai tacchi dei comunisti che impedivano loro di camminare dritto) e diede un contributo essenziale con I Was a Communist for the F.B.I. nel 1951. Entrambe le opere sono film veri e propri che combattono per la causa, schiacciati tra due dei migliori film del regista, il violentissimo Non ci sarà un domani (1950), con James Cagney, e Assalto alla terra (1954), uno dei migliori film di fantascienza del periodo.

I Was a Communist for the F.B.I. è la vera storia di Matt Cvetic (Frank Lovejoy) che, dopo 9 anni di militanza nel Partito, diventa un informatore; il film aggiunge agli eventi reali i tipici valori familiari, come l’amore materno e la disperazione di un fratello per il tradimento. Le immagini del film portano lo spettatore in medias res: le rivolte e il malcontento che si nasconde a margine della difficile vita in fabbrica (le acciaierie di Pittsburgh) sono elementi reali del dopoguerra, di cui vengono ricreati i personaggi che affollavano i titoli dei giornali (l’eminente esponente comunista Gerhardt Eisler, fratello del compositore Hanns, interpretato da Konstantin Shayne, il folle nazista di Lo straniero di Orson Welles). Tutto ciò arrivò al momento giusto e il film venne addirittura nominato agli Oscar per la categoria documentari! Vale la pena di ricordare questo dettaglio per capire l’atmosfera di follia dell’epoca: se da un lato il film si attiene diligentemente alla tradizione iniziata dal produttore Louis de Rochemont, dall’altro presenta le proprie tesi con l’affascinante e fredda anonimità che ha reso Assalto alla terra un film così irresistibile.

Peter von Bagh

 

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