I DIED A THOUSAND TIMES
T. it.: “Tutto finì all’alba”; Scen: W. R. Burnett, dalla sua novella “High Sierra”; F.: Ted D. McCord; M.: Clarence Kolster; Scgf.: Edward Carrere; Cost.: Moss Mabry; Trucco: Gordon Bau; Mu.: David Buttolph; Su.: Charles Lang; Ass. R.: Chuck Hansen; Int.: Jack Palance (Roy Earle), Shelley Winters (Mary Gibson), Lori Nelson (Welma), Lee Marvin (Babe Kozuk), Pedro Gonzales-Gonzales (Chico), Lon Chaney Jr. (Big Mac), Earl Holliman (Red), Perry Lopez (Louis Mendoza), Richard Davalos (Lon Preisser), Howard St. John (Doc Banton), Olive Carey (Ma), Ralph Moody (Pa), James Millican (Jack Kranmer), Bill Kennedy (sceriffo), Dennis Hopper (Joe); Prod.: Warner Brothers; 35mm. L.: 2603 m. D.: 95’ a 24 f/s.
Scheda Film
Hollywoodiano non trascurabile ma poco rinomato, Heisler affronta una storia già filmata da Walsh prima in High Sierra e poi in Colorado Territory. Jack Palance prende il posto di Humphrey Bogart e Joel MacCrea. Il suo volto da pugile scheletrico porta le stimmate di queste morti ripetute, davanti a una donna che sempre e comunque lo assassina col suo sguardo ardente. È un film più duro, comico, mélo di quelli di Walsh? Una cosa è certa: a quei tempi, Heisler e Walsh respiravano la stessa aria.
Erwan Higuinen, in “Cahiers du cinéma”, n. 573, 2002