I COMPAGNI
Scen.: Age e Scarpelli, Mario Monicelli. F.: Giuseppe Rotunno. M.: Ruggero Mastroianni. Scgf.: Mario Garbuglia. Mus.: Carlo Rustichelli. Int.: Marcello Mastroianni (professor Sinigaglia), Renato Salvatori (Raul), Annie Girardot (Niobe), Gabriella Giorgelli (Adele), Folco Lulli (Pautasso), Bernard Blier (Martinetti), Raffaella Carrà (Bianca), François Périer (Di Meo), Vittorio Sanipoli (cavalier Baudet), Mario Pisu (l’ingegnere). Prod.: Franco Cristaldi per Lux Film, Vides Cinematografica, Avala Film, Méditerranée-Cinéma Production DCP. D.: 130’. Bn.
Scheda Film
Come al solito il mio interesse si incentrava sulla storia di un gruppo di persone che progettano un’impresa superiore alle loro forze. […] A quei tempi in Italia regnava un clima reazionario. Gli scioperi erano considerati al limite della legalità. A me però interessava dare uno sfondo più urgente e meno attuale al problema, quando i diritti in ballo riguardavano condizioni di lavoro al limite della sopportazione umana. La lotta per ridurre da quattordici a tredici le ore in fabbrica. Il divieto di far lavorare bambini sotto i nove anni. Questioni che esulavano dal presente con un valore universale. […] Si cercano sempre riferimenti precisi alla politica, quando a me interessava la storia di questo gruppo di operai, sprovveduti ma volenterosi di capire e di darsi da fare, che nel corso di questi trenta e passa giorni di sciopero maturano una consapevolezza più forte della sconfitta. […] In un simile contesto era difficile alleggerire l’atmosfera. Credo che siano state fondamentali la simpatia dei personaggi e l’attenzione per i risvolti ironici. […] Sono molto soddisfatto dell’equilibrio ottenuto. I personaggi sono tanti, alcuni hanno pochissimo spazio, eppure vengono fuori con il giusto risalto. E poi Mastroianni al suo meglio. Misurato anche nell’intemperanza, umano anche se non nasconde una forma di egoismo. […] L’attore di qualità arriva sul set pronto a recepire quello che gli sta intorno. La sua idea del personaggio si completa durante le riprese. Questa era una caratteristica di Mastroianni. Dopo aver letto la sceneggiatura, rimuginava sul suo personaggio e imparava le battute a grandi linee. Poi, appena si trovava sul posto si guardava intorno, gli bastavano due o tre prove, non di più, e allora gli scattava un meccanismo di immedesimazione. […] La qualità di Mastroianni stava nell’assorbire un personaggio senza darlo a vedere. In lui l’indolenza diventa un pregio, ne accresce il fascino.
Mario Monicelli, La commedia umana. Conversazioni con Mario Monicelli, a cura di Sebastiano Mondadori, il Saggiatore, Milano 2005