HOUSE OF WAX
T. it.: La maschera di cera. Sc.: Crane Wilbur, dalla pièce «The Wax Museum» di Charles S. Belden. F.: Bert Glennon, Peverell Marley, Robert Burks. Mu.: David Buttolph. M.: Rudy Fehr. Scgf.: Stanley Fleischer. Trucco: George Bau, Gordon Bau. Su.: Charles Lang, George R. Groves, William A. Muller, Lloyd Goldman. Ass.R.: James MacMahon. Cast: Vincent Price (Henry Jarrod), Frank Lovejoy (Tom Brennan), Phyllis Kirk (Sue Allen), Carolyn Jones (Cathy Gray), Paul Picerni (Scott Andrews), Roy Roberts (Matthew Burke), Angela Clarke (Mrs. Andrews), Paul Cavanagh (Sidney Wallace), Dabbs Greer (serg. Jim Shane), Charles Buchinsky (Igor), Reggie Rymal. Prod.: Warner Bros; 35mm. D.: 88’ a 24 f/s. Col.
Scheda Film
È ironico che House of Wax abbia un posto nella storia del cinema non per l’ineguagliabile perfezione tecnica dei suoi effetti 3-D, ma piuttosto perché è un film in 3-D realizzato da un regista privo di vista da un occhio, dunque incapace di vedere oggetti tridimensionali. Per apprezzare pienamente i risultati ottenuti da André de Toth, è necessario andare oltre la menomazione del regista ed esaminarne le capacità. House of Wax dimostra che è possibile realizzare un film in 3-D con intelligenza e senso dell’umorismo e, soprattutto, con un solido controllo dei trucchi di questa tecnica. Come scriveva entusiasta Jack Harrison su «Hollywood Reporter»: «Mettete da parte tutte le opinioni che vi siete fatti sul 3-D vedendo film con effetti scadenti, realizzati soltanto per incassare quattro soldi. Milioni di persone, dopo aver visto House of Wax, torneranno a rivederlo.»
Anthony Slide, in De Toth by de Toth. Putting the Drama in front of the Camera, London/Boston, Faber and Faber, 1996