HISTOIRE(S) DU CINEMA
Videoproiezione degli episodi: 1/A Toutes les histoires. D.: 50’. 1/B Une histoire seule. D.: 40’.
Scheda Film
“Per più di dieci anni, Jean-Luc Godard ha lavorato ad una serie di otto film che ad un tempo monta e mostra ‘ciò che è stato il cinema’ e ‘ciò che è stato il ventesimo secolo’. Gli otto film utilizzano il video perché questa tecnica permette e rende agevoli il collage, i fermoimmagine, i trucchi, i ralenti, le citazioni di film, il confronto di stile tra cineasti. Detto in altro modo, il video permette a Jean-Luc Godard di fare la storia del cinema così come gli storici dell’arte fanno la storia dell’arte grazie alle riproduzioni fotografiche. Il cineasta propone una storia del cinema molto personale. Intanto, si tratta di histoire(s), di storie. La sua faccia appare spesso nell’immagine, al pari della sua ombra, e soprattutto della sua voce.
Godard mette a confronto il cinema con le altre arti per comprendere meglio il cinema stesso, ma anche per ‘costringere’ le altre arti ad un proprio rinnovamento teorico. La pittura, la letteratura, le personalità che hanno incarnato gli eventi storici e politici del secolo sono filmati come personaggi di un film di finzione, il cui soggetto è appunto la storia di questo secolo. Ma le immagini del passato e i loro corpi svaniti diventano idee, concetti.
Riflessione dunque, ma anche emozione attraverso il gioco dei colori, attraverso il mélange delle arti, dei suoni, della musica. Baudelaire incontra i bambini della Morte corre sul fiume, il cinema neorealista italiano incontra la musica popolare e sentimentale di Riccardo Cocciante…
Il ventesimo secolo è stato pensato dal cinema: è questa la grande lezione degli otto film, organizzati come gli episodi di un ‘serial teorico’. Non è più possibile ignorare quest’opera: per fare della storia del cinema, in primo luogo. Ma in secondo luogo, non è nemmeno possibile ignorarla se si vogliono fare dei film; così come la pittura moderna ha conservato su di sé, fino a questa fine secolo, il segno picassiano delle Demoiselles d’Avignon”
(Dominique Païni)