HEIDI

Luigi Comencini

Sog.: dal romanzo omonimo (1880) di Johanna Spyri. Scen.: Richard Schweizer, William Michael Treichlinger, Luigi Comencini. F.: Emil Berna, Peter Frischknecht. M.: Hermann Haller. Scgf.: Werner Schlichting. Mus.: Robert Blum. Int.: Elsbeth Sigmund (Heidi), Heinrich Gretler (nonno), Thomas Klameth (Peter), Elsie Attenhofer (zia Dete), Isa Günther (Klara Sesemann), Willy Birgel (signor Sesemann), Anita Mey (signorina Rottenmeyer), Theo Lingen (Sebastiano), Lore Reutemann (Tinette), Traute Carlsen (nonna), Carl Wery (dottor Classen). Prod.: Peter Riethof, Lazar Wechsler per Praesens-Film. 35mm. D.: 102’. Bn. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo il fallimento definitivo del progetto di un film su due bambini che partono per New York – un soggetto che pure gli stava molto a cuore – Comencini realizza in Svizzera Heidi, tratto dal celebre romanzo di Johanna Spyri. […]
Il film – con la formidabile fotografia di Emil Berna – viene girato nei magnifici paesaggi del cantone  dei Grigioni. Racconta la storia  di  tre bambini, Heidi, otto anni, Peter, un giovane pastore, Klara, una piccola paralitica che vive a Francoforte. Heidi, cresciuta dal nonno, viene mandata presso una famiglia tedesca affinché le venga impartita una buona educazione. […] Fino a quel momento, non è altro che una scavezzacollo, cresciuta sui monti. È l’anticipazione di tutti i bambini comenciniani che esprimono un‘indipendenza di spirito e una libertà di comportamento di fronte ai condizionamenti dell’età adulta. Nella sua famiglia adottiva, Heidi sarà ‘addomesticata’, diventerà una ragazzina ben educata, imparerà a leggere, ma rimarrà fondamentalmente una ribelle: con un attacco di sonnambulismo, manifesta il bisogno di ritornare tra i suoi monti natali. Prima di partire per le vacanze, si ferma nell’ingresso della grande casa di città e lancia un urlo come quelli che faceva quando era immersa nella natura: afferma, così, la sua profonda appartenenza alle origini rurali, nonostante il fatto che sia diventata una ‘bambina modello’, una cittadina civilizzata. A contatto con la freschezza della piccola montanara, Klara, la ragazzina paralizzata, diventa ogni giorno più vivace fin quando non si alza dalla sua sedia a rotelle e cammina. Il senso di rinascita è sottolineato dal fatto che la guarigione avviene durante la visita a una stalla dove una giumenta sta partorendo un puledro. […]
Heidi costituisce un tassello non trascurabile in un’opera in divenire che pone i bambini al centro del racconto, quei bambini capaci di mostrare stupore e spontaneità in una società, quella dell’inizio del Ventesimo secolo, impastoiata nel suo formalismo di buone maniere e di rispettabilità borghese.

Jean A. Gili, Luigi Comencini, Gremese, Roma 2005

Copia proveniente da

per concessione di Praesens-Film e SRF