GUARDIE E LADRI

Mario Monicelli, Steno

Sog.: Piero Tellini. Scen.: Mario Monicelli, Steno, Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Ennio Flaiano, Ruggero Maccari. F.: Mario Bava. M.: Franco Fraticelli. Scgf.: Flavio Mogherini. Mus.: Alessandro Cicognini. Int.: Aldo Fabrizi (brigadiere Bottoni), Totò (Ferdinando Esposito), Ave Ninchi (Giovanna Bottoni), Pina Piovani (Donata Esposito), Rossana Podestà (Liliana Bottoni), Ernesto Almirante (padre di Ferdinando), William Tubbs (Mr Locuzzo), Aldo Giuffrè (socio di Esposito), Mario Castellani (tassista), Carlo Delle Piane (Libero). Prod.: Golden Film, Ponti-De Laurentiis. 35mm. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Guardie e ladri non è solo una delle più belle commedie italiane degli anni Cinquanta. È anche un film che rivede in maniera disincantata l’idea di popolo (per questo fu amato da intellettuali come Franco Fortini e Italo Calvino, diffidenti verso la retorica populista) e ripercorre in maniera accelerata, da inseguimento, la topografia di Roma. Il titolo originale era Tengo famiglia e il poliziotto e il ladro protagonisti sono due poveri cristi, non idealizzati né compatiti. Peraltro, la via del film coincide con l’ispirazione più profonda del Fabrizi di quegli anni. In questo senso era giusta la prima reazione di Totò davanti alla sceneggiatura: “Questa è una cosa per Fabrizi, che c’entro io?”. Il tono in effetti è lo stesso di alcuni film interpretati e co-sceneggiati dall’attore romano, con la loro miscela di comico e drammatico, da Emigrantes a Vita da cani a Una di quelle.

Guardie e ladri è un titolo di passaggio all’interno della carriera di Totò, che nell’agosto del 1951 annuncia di voler lasciare definitivamente il teatro per il cinema, e che per la prima volta si confronta con Fabrizi e affronta un personaggio sfumato. Ed è un film di passaggio per Steno e Monicelli, la cui collaborazione si sta avviando alla conclusione. Il film è importante anche per i rapporti con la censura, che lo colpisce pesantemente come poi farà, in maniera assai più violenta, con Totò e Carolina. Ma è anche un film precursore, per come si distacca dalla commedia di quegli anni anticipando la stagione delle commedie sociali e amare degli anni Sessanta. Il capostipite della nuova stagione, I soliti ignoti, altra storia di ladri (ma non di guardie), riprenderà il personaggio di Totò come maestro scassinatore, versione invecchiata e ‘aristocratica’ del personaggio di questo film.

Emiliano Morreale

 

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