Giù la testa

Sergio Leone

Sog.: Sergio Leone, Sergio Donati; Scen.: Luciano Vincenzoni, Sergio Donati, Sergio Leone; F. (Techniscope, Technicolor): Giuseppe Ruzzolini; Mo.: Nino Baragli; Mu.: Ennio Morricone; Effetti speciali: Antonio Margheriti; Scgf.: Andrea Crisanti; Co.: Franco Carretti; Int.: Rod Steiger (Juan Miranda), James Coburn (John/Sean Mallory), Romolo Valli (Dottor Villega), Rick Battaglia (Santerna), Maria Monti (Adelita), Franco Graziosi (Don Jaime il governatore), Domingo Antoine (Colonnello Günther Reza/Gutiérrez), David Warbeck (amico di Sean nel flashback), Giulio Battiferri (Miguel), Renato Pontecchi (Pepe), Goffredo Pistoni (Nino), Corrado Solari (Sebastian), Biagio La Rocca (Benito), Vincenzo Norvese (Pancho), Poldo Bendandi (rivoluzionario giustiziato), Omar Bonaro, Roy Bosier (proprietario terriero), Vivienne Chandler, John Frederick (l’americano), Amato Gerbini, Biagio La Rocca (“Benito”), Furio Meniconi (rivoluzionario giustiziato),Nazzareno Natale, Vincenzo Novese (Pancho), Memè Perlini (un peone), Jean Rougeul (il monsignore nella diligenza), Anthony Vernon, Stefano Oppedisano, Michael Harvey (uno yankee); Prod.: Fulvio Morsella per Rafran Cinematografica, San Marco Films, Miura Cinematografica, Euro International Films; Pri. pro.: 29 ottobre 1971. 35mm. D.: 153’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ho scelto un contesto storico e un genere, il western, come pretesto per parlare di qualcos’altro. I cadaveri nella caverna, la trincea e la fuga del governatore in treno fanno riferimento a episodi ben precisi (che il pubblico italiano conosce) accaduti nella lotta contro il fascismo in Italia, nello specifico, la scoperta di trecentocinquanta corpi di cittadini ebrei in una cava vicino a Roma e la fuga di Mussolini.
Ancora una volta si rinnova la lezione di Chaplin: con le sue commedie ha detto e fatto molto di più per il socialismo di qualunque politico. La scena della banca con Steiger che guida i prigionieri liberati viene direttamente da Tempi moderni quando Charlie sventola la bandiera rossa tra la folla. Dato il ruolo centrale che ha la musica di Morricone nei miei film, spesso questi sono stati associati all’opera. Mi sento molto più vicino al grande melodramma e a Omero, o al romanzo picaresco, dove non ci sono eroi, né buoni o cattivi.
Amo i primi piani perché esprimono l’anima. Di solito il cinema li usa per evidenziare un evento particolarmente importante, mentre si tratta della vita stessa: quando parliamo con un’altra persona o la guardiamo, questo è un primo piano. In una diligenza, la camera che si avvicina sempre di più vuole trasformare le facce borghesi in facce da culo. Mentre nel caso del colonnello Gutiérrez è l’espressione della violenza che monta. In passato, nessuno è stato capace nel western di afferrare la realtà come John Ford. Ma Ford è un ottimista: nei suoi film, quando un personaggio apre la finestra guarda l’orizzonte con speranza. Io sono un pessimista: è la paura di essere ammazzati che ispira la stessa azione.

Sergio Leone, Entretien avec Sergio Leone, “Ecran 72”, n. 5, maggio 1972, intervista a cura di Guy Braucourt

Copia proveniente da

Restauro realizzato da

Il restauro è stato eseguito a partire dal negativo originale e sulla colonna sonora magnetica della Famiglia Leone. Questa copia corrisponde alla versione completa che Sergio Leone approvò nel 1971. Il negativo Techniscope è stato scansionato a una risoluzione di 2k e restaurato digitalmente; la color correction è stata eseguita tenendo come riferimento una stampa positiva del 1971. La versione sonora inglese è stata restaurata dai materiali magnetici originali utilizzati per il missaggio in mono. Il film è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2009, con l’approvazione della Famiglia Leone.