GAMPERALIYA

Lester James Peries

T. Ing.: The Changing Village; Scen.: Reggie Slriwardena; F.: William Blake; Mo.: Sumitra Gunawardana; Mu.: W.D. Amaradeva; Int.: Wickrema Bogoda (Tissa), Gaminifonseka (Jinadasa), Punya Hiendeniya (Nanda), Henry Jayasena (Pryal Weliweli), Gunawardena Trelicia (Anula); Prod.: Cinelanka 35mm. D.: 105′. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

[Lester James Peries] aveva scritto egli stesso le sceneggiature di questi due primi film [Rekava, 1956, e Sandesaya, 1960]. Per il terzo, adatta nel 1963 la prima parte di una trilogia romanzesca, Gamperaliya (t.l. Cambiamenti al villaggio, talvolta intitolato in inglese A Family Chronicle). Questo film ha una grazia che rimarrà il segno del suo autore. È la storia di una famiglia di “walauwe”, agli inizi del secolo in una provincia del sud di Ceylan: in queste vaste ville che perderanno presto il loro lustro, vive una casta superiore la cui rigidità si incrinerà. Lester James Peries ha ancora girato in ambienti reali, esterni e interni (non c’erano scene di interni in Rekava). Gli studi di Colombo non potevano fornire alla troupe proiettori sufficienti ad illuminare le scene nelle case, e William Blake, direttore della fotografia in due cortometraggi e sei lungometraggi di Lester James Peries, racconta come fu soltanto grazie all’arrivo di una pellicola ultrasensibile che poterono accontentarsi di un proiettore di duemila watt e quattro floods.

Il lavoro della fotografia in Gamperaliya è molto elaborato: quando una scena si svolge all’interno di una casa, si vede molto in lontananza, dalla finestra, il paesaggio circostante; se un vasaio ambulante o il fattore sopraggiungono mentre i protagonisti parlano in primo piano, il loro arrivo è filmato per tutto il tempo della conversazione, così come il loro allontanarsi, finché non raggiungono il fondo della proprietà. Anche una situazione quotidiana assume un’aria fantastica: l’eroina, durante una sosta verso un luogo di pellegrinaggio, sente il testo di una lettera che è letta dalla voce off del marito; è vicina ad un fuoco il cui fumo vela l’arrivo di un vagabondo che può evocare la silhouette dell’assente. (…) Sui mutamenti di questo ambiente tra due età, tra due secoli, tra due culture, dove le donne sono vestite ora con un giubbetto di merletto bianco molto europeo e di una lunga gonna di cotone di Ceylan, Lester James Peries dipinge un quadro sfumato, dove le scene si rispondono in eco. (…) Determinati dagli obblighi sociali, i personaggi vivono dei conflitti che il regista presenta con simpatia nella loro complessità.

Isabelle Jordan, À la découverte de Lester James Peries, «Positif», n. 235, ottobre 1980

 

Copia proveniente da

Restaurato Grazie All'intervento Di Pierre Rissient