FURCHT

Robert Wiene

R.: Robert Wiene. Sc.: Robert Wiene. In.: Bruno Decarli, Conrad Veidt, Bernhard Goetzke, Mechthildis Thein. P.: Messter-Film GmbH. L.o.: 1361m., D.: 85’ a 16 f/s

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Il protagonista, Bruno Decarli, ruba un idolo durante un soggiorno a Giava. Il fantasma del sacerdote cui ha sottratto l’oggetto sacro, però, lo ossessiona e raggiuntolo gli profetizza una morte vicina: ha ancora soltanto sette giorni di vita. Film sorprendente, misterioso e onirico, dominato da un sentimento di paura che preesiste ad ogni azione, dalla prima all’ultima inquadratura. Film romantico e psicanalitico, apparentemente senza limiti temporali ma dominato dallo scorrere ineluttabile dei giorni che ritmano la storia. Un film di corpi, quello giovanissimo di Veidt, magrissimo e inquietante, corpo immateriale che attraversa le scene del film per la sua inevitabile rivincita. Quello di Decarli sempre più appesantito dal trascorrere del tempo, nonostante le folgoranti avventure che vive, su tutte l’incontro amoroso, girato con una macchina fissa e animato da corpi che sembrano ballare tra loro alla ricerca di un punto di equilibrio”.

(Gian Luca Farinelli)

“Il Dizionario dei Cineasti di Sadoul, da cui tanti successivi imitatori hanno trafugato acriticamente, reca questa testuale sentenza: ‘Pur avendo firmato nel 1919 un film fondamentale della storia del cinema, Das Kabinett des Dr Caligari, (Wiene) non fu che un regista di second’ordine, essendo il successo del suo capolavoro dovuto, più che a lui, ad un eccezionale incontro di interpreti, soggettisti, scenografi. Genuine, Roskolnikow, I.N.R.I., Orlac’s Hände conservano ancora un certo interesse, ma il sonoro (Polizeiakte 909, Ultimatum) finì per declassarlo defintivamente’. Un giudizio perentorio ed assolutamente ingeneroso, al quale, lentamente, si sta concedendo un appello. Lasciamo pure in pace il dottor Caligari. Ammettiamo, pro bono pacis, che ad emulsionare la pellicola sia stato un insieme di irripetibili circostanze, un prodigioso meeting di cervelli lasciati liberi da un regista inesistente, un miracolo generatosi anarchicamente, e andiamo oltre. In questi film Wiene dimostra mano leggera nella direzione degli attori e un perfetto timing nel mantenere il tono della storia. In questa edizione 1996 de Il Cinema Ritrovato, a parte Genuine, recentemente ricostruito sulla scorta di due copie provenienti da altrettanti archivi, viene presentato l’ultimo ritrovamento, Furcht, soggetto e sceneggiatura di Wiene, che lo diresse quindici film prima di Caligari; circolò solo in Germania ed in qualche paese scandinavo, la copia infatti è d’origine danese. Nessuna storia lo cita, è stata reperita solo una recensione. Non vogliamo anticipare nulla. Possiamo solo confermare che prima di lasciarsi andare a verdetti definitivi, i film bisogna vederli”.

(Vittorio Martinelli)