Fräulein Else
Tit. It.: “La Signorina Elsa”; Scen.: Paul Czinner, Dall’omonimo Racconto Di Arthur Schnitzler; F.: Karl Freund; Scgf.: Erich Kettelhut, Hermann Warm; Int.: Albert Bassermann (Dr. Alfred Thalhof), Else Heller (Sua Moglie), Elisabeth Bergner (Else, La Loro Figlia), Albert Steinrück (Von Dorsday), Grit Hegesa (Cissy Mohr), Adele Sandrock (Zia Emma), Jack Trevor (Paul, Suo Figlio), Irmgard Bern, Antonie Jaeckel, Gertrud De Lalsky, Ellen Plessow, Tony Tetzlaff, Carl Goetz, Jaro Fürth, Paul Morgan, Alexander Murski; Prod.: Poetic; 35mm. L.: 2252 M. D.: 90’ A 22 F/S. Bn.
Scheda Film
È convinzione largamente condivisa da storici e critici tedeschi che la più grande attrice teatrale di lingua germanica di questo secolo sia stata Elisabeth Bergner. Un autentico florilegio delle capacità espressive dell’attrice lo troviamo in Fräulein Else. V’è una serie di passaggi in cui la macchina da presa sembra soggettivarsi nel suo sguardo, quando, ricevuta la lettera della madre che le chiede aiuto, s’alza da tavola leggendo, percorre il corridoio, entra in camera, finisce di leggere, si guarda allo specchio, indossa la pelliccia, poi comincia freneticamente a cercare l’uomo che le ha più volte manifestato il suo lubrico desiderio, prima nella sua camera, poi nella hall dell’albergo, infine nella sala da gioco e lì fa scivolare la pelliccia, rimanendo nuda. Una sequenza in cui c’è solo e sempre lei, Elsa, il suo sacrificio, il suo disgusto, l’umiliazione finale. Un brano da antologia di recitazione.
Vittorio Martinelli, Le dive del silenzio, Bologna/Recco 2001
La partitura
Else è il fulcro della vicenda, una ragazza molto vivace, piena di vita, ma che al culmine della sua spensieratezza si trova schiacciata da un evento inaspettato: il crac finanziario del padre, che introduce un’atmosfera di cupezza e costringerà Else a umiliarsi, a spogliarsi per un creditore che tiene in mano i destini della famiglia. Elisabeth Bergner è molto brava a cogliere le sfumature di questo passaggio, a dar corpo alle sue esitazioni interiori. Lo sforzo di partenza nella composizione della partitura è stato quello di individuare due temi principali, che ritornano più volte nel film, anche se non si può parlare di leitmotiv, e si accompagnano alle variazioni di tono dell’intreccio, allo sviluppo emozionale della protagonista. Ma non si tratta di due mondi antitetici, bensì di continue metamorfosi dall’uno all’altro, di sottili slittamenti e piccole variazioni, di sviluppi tematici che ora si aprono, ora si affievoliscono, ora ritornano. Il resto è quasi venuto da sé, scaturito dall’evidenza delle immagini. Ad esempio, la vita dell’albergo di lusso, lo svago a Saint-Tropez, con il gioco, le danze, le orchestre, le allegre abbuffate, tutto ciò richiama musiche d’intrattenimento: ho inserito quindi del valzer, fox-trot, jazz, accenni di tango.
Marco Dalpane
“Fräulein Else” È Stato Restaurato Dalla Cineteca Del Comune Di Bologna E Zdf In Collaborazione Con Arte, A Partire Da Una Copia Positiva Nitrato Con Didascalie Danesi Conservata Presso Il Danish Film Institute. Le Didascalie Originali Sono State Ricostruite Con Caratteri Neutri Basandosi Sul Visto Di Censura Conservato Presso Il Bundesarchiv-Filmarchiv Di Berlino. Il Restauro È Stato Effettuato Presso Il Laboratorio L’immagine Ritrovata Di Bologna
Partitura scritta e diretta da Marco Dalpane, eseguita dal vivo da: Ugo Mantiglia (violino), Elisa Floridia (viola), Enrico Guerzoni (violoncello), Marco Zanardi, (clarinetto), Marco Lo Russo (fisarmonica), Claudio Trotta (batteria), Francesca Aste (pianoforte). Orchestrazione: Raniero Gaspari. Produzione ZDF in collaborazione con ARTE