FAZIL
Sog.: dalla commedia L’insoumise di Pierre Frandaie e dall’adattamento Prince Fazil di Philip Klein; Scen.: Seton I. Miller; F.: L. William O’Connell; Mo.: Ralph Dixon; Scgf.: William S. Darling; Co.: Kathleen Kay; Mu.: S.L. Rothafel (Roxy); Int.: Charles Farrell (Hadji Fazil), Greta Nissen (Fabienne), John Boles (John Clavering), Mae Busch (Hélène de Breuze), Tyler Brooke (Jacques de Breuze), John T. Murray (il gondoliere), Vadim Uraneff (Ahmed), Josephine Borio (Aicha), Erville Alderson (Iman Idris), Dale Fuller (Zouroya), Hank Mann (Ali); Prod.: William Fox per Fox Film Corporation; Pri. pro.: 4 giugno 1928
35mm. L.: 2057,5 m. D.: 75′ a 24 f/s. Bn.
Scheda Film
Film su commissione a lungo considerato perduto e che riapparve a metà degli anni ’70. il mélange dei generi, caratteristica hawksiana, è qui progressivo e sorprendente. Si comincia in un tono umoristico e caustico (vedi il prologo dove un boia interrompe per due volte l’esecuzione del condannato per pregare), come se Hawks non credesse molto a questa fantasia araba sulla linea dei film di Valentino e volesse prenderne le distanze. A poco a poco si instaura la gravità, con il sentimento di avventura; e Hawks, che crede sempre più al suo soggetto, vi fa credere anche lo spettatore, trasformando il film in un dramma romantico e tragico. È un po’ l’intrusione della tragedia greca nel fotoromanzo esotico per sartine. Un’abile captazione dell’interesse dello spettatore a partire dal suo stesso scetticismo. Una regia impeccabilmente classica alimenta la fascinazione del film. Ma è soprattutto nel mélange dei toni nell’uso inopinato della serietà che Hawks manifesta la sua maestria. Per lui, non esiste un soggetto così ingrato che non si possa arricchirlo e trasformarlo dall’interno.
(Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma. Les films, Laffont, Paris 1992)