FAUST
Dal “Faust” di Goethe In.: Femanda Negri Pouget, Bazzini, Alfredo Bracci. P.: Cines. 35 mm.
Scheda Film
“Ai signori detrattori del Cinematografo… salute!… Sì, perchè grazie ad essi il Cinematografo progredisce e fa miracoli. Assurge a forma d’arte vera, propria ed indiscutibile!… Non esagero, né sono animato da spirito di parte, dicendovi che son rimasto contento e soddisfatto innanzi alle brevi ma magistrali scene del Faust al Cinematografo, la bella fantasia del Goethe mi è apparsa più grandiosa, brevemente riprodotta sullo schermo. Tre valorosi artisti, un complesso di scene, di panorami e di luci pure in una grandiosità straordinaria, hanno fatto un capolavoro. Fin dal primo quadro si sente tutto lo studio e l’amore che han guidato quest’opera d’arte che continua fino alle ultime battute, piena, complessa, finita in ogni più piccolo dettaglio. Irreprensibile la mimica e di Faust è di Mefistofele quest’ultima specialmente parla, parla vivamente: non gli manca la voce. Il gesto è irreprensibile e vivo, come, di tutta naturalezza il frugare di Faust fra i i suoi vecchi libri nella ricerca E l’imprecazione del filosofo e l’apparire di Mafislofele sono scene di epica bellezza. Continua a svolgersi la passione del dottore incorniciata dallo sghignazzare del maleficio in un crescendo di quadri bellissimi, di luci composte e ben trovate. Culminanti e bellissime oltre ogni dire la scena del giardino di Margherita, quella della seduzione e la finale, in cui tutti e tre gli artisti eccellono in una vis drammatica straordinaria.” (Pig su “La Cine- Fono e la R.F.C.“, n. 116, 9/7/1910)