FANTASIA

Sam Armstrong, James Algar, Bill Roberts, Paul Satterfield, Hamilton Luske, Jim Handley, Ford Beebe, T. Hee, Norm Ferguson, Wilfred Jackson

Mus.: Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven, Paul Dukas, Rachel Field, Modeste Moussorgskij, Amilcare Ponchielli, Franz Schubert, Igor Stravinskij, Pëtr Il’ič Čajkovskij. Int.: Leopold Stokowski, The Philadelphia Orchestra, Deems Taylor. Prod.: Walt Disney per Walt Disney Productions

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

II film dei sette concerti diretti da Leopold Stokowski è considerato un flop di critica e di pubblico. Ma la storia di Fantasia, uscita nel 1940 alla vigilia dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, è la storia di uno shock piuttosto che di un flop. A protestare furono soprattutto i critici musicali, infastiditi dallo sconfinamento nei loro sacri territori, anche se qualcuno di loro ammise che si trattava di una ‘promettente mostruosità’ (Franz Hoellering, “The Nation”). Il film più vicino a Walt non ottiene il trionfo di Biancaneve. II motivo non è solo la guerra che blocca l’esportazione delle pellicole in Europa, ma l’azzardo tecnologico, il suono stereofonico, anzi il fantasound, prototipo dello Studio Disney, che richiedeva costose attrezzature per la riproduzione del suono. La maggior parte delle sale cinematografiche non aveva le risorse necessarie per ripetere la prima newyorkese, quando nel novembre 1940 in una sala di Broadway vennero installati dietro lo schermo 36 altoparlanti e altri 54 allineati lungo le pareti in platea e in galleria per un costo totale di 85.000 dollari. Walt avrebbe anche voluto sperimentare una prima versione dell’odorama e spargere diverse essenze profumate a ogni episodio. Niente profumi e niente altoparlanti. Fantasia restò fuori circuito non solo all’estero ma anche in America. Affidato a diversi disegnatori, il film inanella forme e colori in contrasto formale per un The Concert Feature (‘Lungometraggio-concerto’ era il titolo iniziale) senza unità stilistica, tavolozza artistico-musicale selvaggia che ad alcuni piace definire kitsch. E solo perché coniuga i preraffaelliti delle ninfee e dei boschi ai centauri simbolisti (paragonati alle decorazioni di un bistrò anni Trenta) e all’espressionismo di Satana… Fantasia è una jam session grafica per solo, duetti, trii e quartetti che va dall’astrattismo di Toccata e Fuga in re minore di Bach, alla Suite dello Schiaccianoci di Čajkovskij, dove danzano elfi di luce, funghi cinesi, pescioline arabe. […]
Il film si prese la rivincita quando nel 1956 Walt lo rieditò con 1’originale fantasound ottico registrato in quattro piste sonore magnetiche, che lo trasformarono in un ‘money-maker’, un successo straordinario, soprattutto negli anni Settanta, che lo consacrarono ‘esperienza psichedelica’.
Mariuccia Ciotta, Walt Disney. Prima stella a sinistra, Bompiani, Milano 2006