EROTIKON –

Mauritz Stiller

Sog.: ispirato al lavoro teatrale “A kék róka” (“La volpe azzurra”) di Ferenc Herczeg; Scen.: Mauritz Stiller, Arthur Nordén; F.: Henrik Jaenzon; Tit.: Alva Lundin; Scgf.: Axel Esbensen; Coreografie: Carina Ari; Int.: Anders de Wahl (Leo Charpentier), Tora Teje (Irene), Karin Molander (Marthe), Elin Lagergren (madre di Irene), Lars Hanson (Preben Wel- ls), Vilhelm Bryde (Baron Felix), Torsten Hammarén (Professor Sidonius); Prod.: Svensk Filmindustri 35mm. L.: 1764 m. D.: 96’ a 16 f/s. Virato.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Stiller aveva già evidenziato un certo talento per le commedie sofisticate di ambientazione urbana nel divertentissimo Kärlek och journalistik (1916), dove giocava con le identità e le apparenze sullo sfondo di un’emergente società moderna, un talento che aveva poi sviluppato nei due film su Thomas Graal (interpretato da Victor Sjöström) che sono seguiti nel 1917 e nel 1918. La sua commedia più famosa è Erotikon, uscita nel novembre del 1920. La sceneggiatura ha molti punti in comune con la commedia A kék róka (La volpe azzurra) dello scrittore ungherese Ferenc Herczeg, presentata per la prima volta nel 1917 e molto apprezzata nei teatri di Stoccolma. Il film di Stiller, ritenuto fonte di ispirazione per molti registi di commedie sofisticate con risvolti erotici, compreso Lubitsch, racconta la storia della moglie di un giovane professore che viene corteggiata da diversi uomini. Il professore di entomologia a un certo punto dice che gli insetti che sta studiando al microscopio preferiscono avere più di un partner e lo stesso succede ai personaggi del film, analizzati dal microscopio di Stiller.

La modernità della pellicola non si limita all’argomento e al modo in cui viene trattato, ma consiste in ultima analisi nell’essere un film sulla visione, sulla percezione e sull’imperfezione dell’occhio umano, come nota Jan Holmberg nell’antologia Moderna motiv – Mauritz Stiller i retrospektiv (2001). Holmberg osserva come il film sia pieno di strumenti ottici (microscopi, lenti d’ingrandimento, binocoli, ecc. ) e come lo stesso mezzo cinematografico sia in grado di rappresentare gli oggetti fin nei minimi particolari, ma anche con ampie panoramiche e riprese aeree.

Una componente rilevante dello stile e dell’umorismo autoriflessivo di Erotikon sta nelle divertentissime didascalie curate da Alva Lundin.


Jon Wengström, Cinemateket–Svenska Filminstitutet

Copia proveniente da

Copia stampata nel 2005 a partire da un duplicato negativo stampato da una copia nitrato. I colori sono stati ricostruiti con il metodo Desmet