EN RADE
S, sc..: A. Cavalcanti, Claude Heymann. F.: James Rogers. Scgf.: Erik Aaes. Ass.R.: A. Cerf, J. Bouissounouse. In.: Nathalie Lissenko (la lavandaia), Catherine Hessling (la domestica), Thomy Bourdelle(il docker), Philippe Hériat (l’idiota), Georges Charlia (il figlio della lavandaia). P.: Néo-films. 35mm. L.: 1950 m. D.: 100′. a 18 f/s.
Scheda Film
En rade, prodotto da Pierre Braunberger, è molto diverso da Rien que les heures, è pura fiction e non un film sperimentale, ma è ugualmente, come ha detto lo stesso regista, “un film molto attento alla forma, nel quale non ho fatto concessione alcuna e la cui trama è assai poco convenzionale”. Assurdamente, la critica dell’epoca evocò il nome di René Clair, e a nessuno venne in mente di accostare il film al cinema svedese, per il quale Cavalcanti nutriva una profonda ammirazione, quel cinema che riesce ad essere poetico senza mai voler “fare della poesia”. Forse c’è un’eco del grande Stiller in questo dramma di un giovane che vaga per il porto sognando terre lontane ed è amato da una ragazza succube della madre. Il ritmo del film, le sue immagini (un vetro segnato da gocce di pioggia, il viso pensoso di una donna), l’assenza del gioco puramente formale tipico di molti film d’autore di quel periodo, rendono En rade un oggetto pressoché unico, uno di quei film che dimostrano a quale livello di perfezione fosse giunto il cinema muto.
Antonio Rodrigues, Alain Marchand, Griffithiana, 60/61, ottobre 1997