Downhill

Alfred Hitchcock

T. it.: Il declino. Sog.: dall’opera teatrale omonima di David L’Estrange [Ivor Novello, Constance Collier]. Scen.: Eliot Stannard. F.: Claude McDonnell. M.: Lionel Rich. Scgf.: Bert Evans. Int.: Ivor Novello (Roddy Berwick), Isabel Jeans (Julia), Ian Hunter (Archie), Annette Benson (Mabel), Robin Irvine (Time Wakely), Norman McKinnell (Sir Thomas Berwick), Barbara Gott (Madame Michet). Prod.: Michael Balcon per Gainsborough Pictures. 35mm. L.: 2916 m. D.: 105’ a 20 f/s. Imbibito

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo il successo di The Lodger, la Gainsborough voleva vedere nuovamente riuniti Alfred Hitchcock e Ivor Novello. L’occasione si presenta con Down Hill, opera teatrale scritta da Novello e Constance Collier sotto lo pseudonimo di David L’Estrange. Downhill, uno dei film più cupi della prima produzione di Hitchcock, descrive la caduta in disgrazia di un giovane promettente, Roddy Berwick, e mette in campo tutta una serie di figure femminili rapaci e manipolatorie che si accaniscono sullo sfortunato giovane: la commessa della pasticceria accusa falsamente Roddy di averla sedotta; l’attrice egoista e mercenaria lo sposa per l’eredità e poi lo abbandona quando il denaro comincia a scarseggiare; la venale ‘Madame’ del locale notturno approfitta della sua povertà facendolo ballare per pochi soldi con donne attempate e sole. Si intuisce che l’opera teatrale riflette le esperienze dello stesso Novello, divo omosessuale oppresso dalle indesiderate attenzioni femminili. Lo si potrebbe addirittura annoverare tra le bionde hitchcockiane per come minacciato, vulnerabile e scrutato dallo sguardo feticista della macchina da presa. Capita spesso di vedere le eroine di Hitchcock in biancheria intima; qui vediamo Novello a torso nudo in una delle prime inquadrature del film. Più tardi, in una scena gloriosamente hitchcockiana, lo sorprendiamo nei panni di un gentiluomo in smoking, ma un carrello all’indietro lo trasforma in un cameriere che a sua volta si rivela essere un ladruncolo: capiamo infine che fa la comparsa in un musical, e lo vediamo sgambettare sul palcoscenico come una qualsiasi ballerina di fila. Chiaramente questa la sensazione che Hitchcock vuole produrre: un ragazzo maltrattato da donne perfide ci sconvolge più di una ragazza vittima di una analoga persecuzione maschile. Downhill un film sorprendentemente ricco e sottile, anche se in seguito Hitchcock lo denigrerà. In particolare, il regista giudica l’immagine dell’ascensore un simbolo alquanto goffo della caduta di Roddy, essa funziona bene nel contesto del cinema muto di quegli anni e viene richiamata dal cameo di Hitchcock che esce da un ascensore. Di grande effetto la scena in cui Roddy, in preda alle allucinazioni, crede di vedere suo padre e le sue tormentatrici. Memore delle luci che a teatro accompagnavano la comparsa dei fantasmi, Hitchcock volle che le scene del delirio fossero colorate di un verde livido per esprimere la nausea e il tumulto interiore del protagonista. Molti anni dopo avrebbe usato un espediente simile in Vertigo.

Il negativo originale di Downhill è andato perduto. Il restauro si è basato su due copie nitrato d’epoca conservate al BFI e all’EYE – Film Institute. Le copie conservavano il viraggio e l’imbibizione originali, rendendo possibile il restauro di quelle tonalità usate in maniera così espressiva. La riproduzione dei colori e dei viraggi di The Pleasure Garden, Downhill e The Lodger è stata fondamentale per il progetto di restauro del BFI. In assenza di sceneggiature o di altre fonti primarie, pare che questi siano gli unici film di Hitchcock a essere stati distribuiti nelle sale britanniche in copie imbibite e virate.

 

Copia proveniente da

Restaurato da BFI National Archive in associazionecon ITV Studios Global Entertainment e Park Circus Films.
Restauro finanziato da Simon W Hessel con Deluxe 142 e The Headley Trust.