DOLCI INGANNI
Sog.: Franco Brusati, Francesco Ghedini, Alberto Lattuada; Scen.: Claude Brulé, Franco Brusati, Francesco Ghedini, Alberto Lattuada; F.: Gabor Pogány; Op.: Mario Capriotti; M.: Leo Catozzo; Scgf.: Franco Lolli; Cost.: Lucia Mirisola; Mu.: Umberto Bindi (per la canzone “Arrivederci”), Dino Olivieri (per la canzone “Tornerai”), Piero Piccioni; Su.: Mario Bartolomei, Kurt Doubrowsky; Ass. R.: Aldo Buzzi, Leo Pescarolo; Int.: Catherine Spaak (Francesca), Jean Sorel (Renato), Christian Marquand (Enrico), Juanita Faust (Maria Grazia), Marilù Tolo (Margherita), Milly (la contessa), Antonella Erspamer (la principessa), Giovanna Pignatelli (Principessa Lavinia), Oliviero Prunas (Eddy), Giacomo Furia (negoziante), Gisella Arden, Patrizia Bini, Eva Bruni, Franco Lolli, Ida Masetti, Donatella Raffai, Serena Vergano, Silverio Dani, Laura Di Ravello, Priscilla Contardi, Angela Caffelli; Prod.: Titanus /Laetitia Films / Les Films Marceau-Cocinor; 35mm. L.: 2497 m. D.: 91’. Bn.
Scheda Film
Lattuada replicò alle voci che volevano associare il soggetto del suo film alla tematica dello “scandaloso” Lolita di Nabokov, precisando che il suo lavoro voleva avere ben più ampio respiro ed occuparsi di una questione di cocente attualità, quale era la mancanza di educazione sessuale nei giovani. La scrupolosità con cui Lattuada si era avvicinato a questo tema non evitò al film di essere al centro di polemiche. Nel settembre del 1960 Dolci inganni è sottoposto al vaglio di una commissione di revisione cinematografica di primo grado. Nonostante le difficoltà, il film ottenne il nulla osta, concesso solo a patto che venisse leggermente “ritoccato” e vietato ai minori di sedici anni. Ma il 26 novembre 1960 il Procuratore Carmelo Spagnuolo emette un’ordinanza di sequestro in quanto Dolci inganni, a suo giudizio, contrasta con le norme del buon costume per alcune sue sequenze “palesemente offensive del comune sentimento del pudore”. Il sequestro alla fine fu annullato, ma solamente dopo che una commissione di revisione d’appello setacciò nuovamente il film, imponendo un taglio di 301,5 metri di pellicola. Dopo circa tre anni e mezzo dal sequestro della versione originale, fu celebrato un processo conclusosi a favore del regista.
Il restauro ripropone la versione del film reintegrata nel 1964. Questa operazione è stata resa possibile dal produttore, Goffredo Lombardo, che ha messo a disposizione della Cineteca del Comune di Bologna il negativo immagine e il negativo suono originali. Quest’ultimo presentava sintomi avanzati di sindrome dell’aceto.
Karianne Fiorini