DIE VIER GESELLEN

Carl Froehlich

Sog.: dal dramma omonimo di Jochen Huth. Scen.: Jochen Huth. F.: Reimar Kuntze. M.: Gustav Lohse. Scgf.: Walter Haag, Franz Schroedter. Mus.: Hanson Milde-Meissner. Int.: Ingrid Bergman (Mariann Kruge), Sabine Peters (Käthe Winter), Carsta Löck (Lotte Waag), Ursula Herking (Franziska), Hans Söhnker (Stefan Kohlund), Leo Slezak (Lange, il professore), Erich Ponto (Alfred Hintze, il consigliere). Prod.: Tonfilmstudio Carl Froelich · 35mm. L.: 2544 m. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ingrid Bergman era celebre all’estero ancor prima di andare a Hollywood, in particolare in Germania, dove le fu offerto il ruolo di protagonista in questa sorprendente e quasi weimariana commedia su quattro studentesse diplomate alla scuola di design di Berlino. Faticando a trovare un impiego, le ragazze decidono di andare a vivere tutte insieme in una sorta di comune femminile. La loro vana ricerca di un lavoro per le strade di Berlino si svolge in alcune scene belle e desolate girate in esterni. Alla fine però la commedia prevale sul realismo, con le quattro ragazze disoccupate che sfoggiano vestiti impeccabili e abitano in appartamento incongruamente spazioso.
La trama non è dissimile da quella di Norrtullsligan (Per Lindberg, 1923), proiettato lo scorso anno a Il Cinema Ritrovato, ma è priva del femminismo e del pathos sociale del muto svedese. La più interessante delle quattro donne è forse Franziska, intepretata da Ursula Herking: ci viene detto che la sua indipendenza è motivata dalle ambizioni artistiche, ma non mancano celate allusioni alla sua omosessualità (tanto che nel film viene spesso chiamata con il diminutivo di Franz).
Ingrid Bergman, di madre tedesca, aveva trascorso periodi dell’infanzia e dell’adolescenza ad Amburgo. La lingua non era dunque un ostacolo. Fu per questo che decise alla fine degli anni Trenta di scegliere la Germania come trampolino di lancio per la propria carriera internazionale, pur rifiutando di impegnarsi più stabilmente con la UFA. In Die vier Gesellen una ragazza va al cinema con il fidanzato a vedere il film di Detlef Sierck [Douglas Sirk] Zu neuen Ufern (La prigioniera di Sidney, 1937), la cui colonna sonora comprende la canzone Tiefe Sehnsucht interpretata dall’attrice svedese Zarah Leander. Diversamente dalla sua connazionale, quest’ultima scelse di restare in Germania divenendo una delle più celebri cantanti e attrici dell’epoca nazista. Tornata in Svezia nel 1943, Zarah fu oggetto di pesanti critiche e accusata di ingenuità e collaborazionismo.

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