DIE SONNHOFBÄUERIN

Wilfried Fraß, Karl Kurzmayer

Sog.: Herma Costa-Pruscha. Scen.: Wilfried Fraß. F.: Karl Kurzmayer. M.: Leopoldine Pokorny. Mus.: Hans Hagen. Int.: Wolfgang Hebenstreith (Stefan), Elisabeth Höbarth (Mena), Peter Czejke (Peterl), Willy Danek (Martin), Karl Pammer (il vecchio Lois), Helly Lichten (Kordula), Gustav Dieffenbacher (Matthias), Rita Gallos (Zenzi), Anton Lehmann (Lehner). Prod.: Karl F. Sommer per Ring-Film Produktion Karl F. Sommer & Co. (Wien). 16mm. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il 1948 è un anno estremamente importante nella storia dell’Austria, per ragioni che sarebbe troppo lungo elencare qui. Limitiamoci a citarne una: fu l’ultimo anno del secondo dopoguerra in cui non fu possibile esportare i film austriaci nel territorio tedesco occupato. Dal 1945 al 1948 i film austriaci furono quindi prodotti essenzialmente per il pubblico domestico. Die Sonnhofbäuerin, piccolo film marginale che sorprende per forma e contenuti, probabilmente non si sarebbe potuto realizzare se non in questo periodo.
La storia della moglie di un fattore che attende il ritorno del marito dalla guerra colpisce nella prima metà del film per la sua atmosfera bizzarra, a tratti sfacciatamente impressionista, con tanto di inattese deviazioni nel regno del gotico leggero. Nella seconda metà, invece, con il ritorno del marito, l’estetica si fa più sobria e realista, consona a un tono che meglio potremmo definire come disincantato. Karl Kurzmayer e Wilfried Fraß continueranno a lavorare insieme, ma senza più condividere la regia. Il primo realizzerà solo un altro film di finzione, una ‘commedia Heimat’ alla buona intitolata Die Schatztruhe (1948), tanto attuale con la sua storia di avidità quanto lo è Die Sonnhofbäuerin con il suo racconto del ritorno a casa di un soldato (un tema importante per l’Austria del 1948) che diventa una meditazione sulla fiducia e sulla fedeltà coniugale in situazioni di difficoltà. Wilfried Fraß, apparentemente più ambizioso di Kurzmayer, dirigerà pochi altri film, che pur con tutte le loro qualità non formano ciò che potremmo definire un corpus coerente di opere. Né l’uno né l’altro realizzerà mai più nulla con la stessa energia e lo stesso geniale talento.

Olaf Möller

 

Copia proveniente da