DIE PRIVATSEKRETÄRIN
Sog.: dall’operetta omonima (1931) di István Békeffy, tratta dal romanzo Mesék az írógépről (1905) di István Szomaházy. Scen.: Franz Schulz. F.: Otto Heller, Reimar Kuntze, Adolf Schlasy. M.: Paul Martin. Scgf.: Otto Hunte. Mus.: Paul Abraham. Canzoni: Robert Gilbert. Int.: Renate Müller (Vilma Förster), Hermann Thimig (Arval), Felix Bressart (Hasel), Ludwig Stössel (Klapper), Gertrud Wolle (la custode). Prod.: Universum-Film AG (UFA) DCPD.: 81’. Bn
Scheda Film
Ich bin ja heut so glücklich (Oggi sono così felice), il titolo della canzone di Paul Abraham, riassume la contagiosa allegria del film. La storia di una giovane risoluta che arriva in città alla ricerca di un lavoro da dattilografa e di un marito ricco appare abbastanza semplice, ma una regia fantasiosa, delle melodie accattivanti e un cast esuberante fecero del terzo talkie di Wilhelm Thiele, girato con mezzi modesti,un successo in tutta Europa e anche in America. Fu il film di svolta e il più grande successo della giovane attrice Renate Müller, che morì solo sei anni dopo appena trentunenne. Non meno importante per l’esito del film fu però l’interpretazione di uno stravagante impiegato di banca da parte dell’irresistibile Felix Bressart, che dopo essere emigrato a Hollywood abbagliò il pubblico in Ninotchka, Scrivimi fermo posta e Vogliamo vivere! di Ernst Lubitsch. Dopo la tragica morte di Renate Müller, che era caduta in disgrazia presso Hitler e veniva pedinata dalla Gestapo, tutte le copie di Die Privatsekretärin furono ritirate dalla circolazione e il negativo fu dato per distrutto. A sopravvivere fu la versione inglese del film, Sunshine Susie di Victor Saville, con la stessa Müller nel ruolo della protagonista (diversamente dalla versione francese, Dactylo, diretta sempre da Thiele, e dalla versione italiana, La segretaria privata, per la regia di Goffredo Alessandrini). È stato solo negli anni Novanta che il Bundesarchiv è riuscito a recuperare tre bobine della copia sottotitolata in inglese dell’originale tedesco. Nel 2017, durante una visita al National Audio Visual Conservation Center della Library of Congress, hotrovato due copie 16mm del film che è stato possibile scansionare, non senza grande sforzo. Queste ultime, insieme all’altro materiale, sono state sufficienti a realizzare una completa ricostruzione digitale.
Stefan Drößler