DIE NACHTE DES CORNELIS BROUWER
R.: Reinhard Bruck. Scgf.: Robert A. Dietrich. In.: Albert Bassermann, Margarete Neff, Colette Corder, Max Wogritsch. P.: Greenbaum-Film GmbH, Berlin
L.: 1828m. D.: 90’, bn, 35mm
Scheda Film
“La storia del cinema non ci tramanda il nome di Reinhard Bruck, sceneggiatore e regista attivo in Germania negli anni Dieci ed i cui film, a parte queste notti di Cornelis Brouwer, giunto in Italia come Notti di follia ed un Boccaccio (Boccaccios Liebesabenteuer, 1920), sono tutti sconosciuti alle attuali generazioni. Spulciando in qualche catalogo d’epoca, lo troviamo nel 1911 come regista di una fantasia araba: Halbwelt e di Zouza (id.), entrambi con la celebre fantasista francese Polaire (1877-1939) ed il futuro regista Richard Oswald, qui in veste di attore.
Il nome di Bruck riappare dopo una lunga eclissi, probabilmente dovuta agli eventi bellici, nel 1919, dapprima come sceneggiatore (Das Gelübde der Keuschheit, regia di Nils Chrisander) e poi anche come regista di Puppen des Todes, con Albert Bassermann, di Die Verschleierte (1920) con Tilla Durieux e di Briganten Rache (id.) con Asta Nielsen, girato in Jugoslavia.
Sue sono anche le due versioni – 1919 e 1921 di Das Eid der Stephan Huller, dal romanzo di Felix Hollaender, che già nel 1912 era stato portato sullo schermo in due episodi da Viggo Larsen, anche interprete al fianco di Wanda Treumann, e che verrà ripreso nel 1925 da E.A. Dupont come soggetto di Varieté, interpreti Emil Jannings e Lya de Putti, ed avrà ancora nel sonoro, dieci anni dopo, una triplice versione franco (Variétés, regia di Nikolas Farkas, con Jean Gabin e Annabella) -anglo- (The three Maxims, regia di Herbert Wilcox, con Anna Neagle e Tullio Carminati) -tedesca (Varieté, regia di Farkas e Jacob Geis, con Hans Albers e Annabella). Dopo un’avventura orientale intitolata Haschisch, das Paradies der Hölle (1921) con Fritz Kortner e Tilla Duriex, Die Nächte der Cornelis Brouwer è l’ultimo titolo attribuito a Bruck, segnalato nei repertori. Il film riprende il tema del “Doppelrolle”, così frequente nel cinema tedesco. Per inciso va ricordato che fu proprio Bassermann, protagonista del film, ad affrontare un simile argomento con Der Andere (1913) di Max Mack”. (Vittorio Martinelli)