DIE BRÜDER SCHELLENBERG

Karl Grune

S.: dal romanzo di Bernhard Kellermann. Sc.: Willy Haas, K. Grune. F.: Karl Hasselmann. M.: Werner Richard Heymann. Scgf.: Karl Görge, Kurt Kahle. In.: Conrad Veidt, Lil Dagover, Liane Haid, Henry de Vries. P: UFA. 35mm. L.: 2280m. D.: 95’ a 20 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Willy Haas, capo-redattore del berlinese Film-Kurier e poi dal 1925 della rivista letteraria Die literarische Welt, collaboratore e amico di Murnau, sceneggiò vari film prodotti o coprodotti nella Germania di Weimar. Tra questi, Der brennende Acker (1921, F.W. Murnau), Die freudlose Gasse (1925, G.W. Pabst), Thérèse Raquin/Du sollst nicht ehebrechen (1927, J. Feyder), Galgentoni (1929, K. Anton). Collaborò anche con Max Mack, Friedrich Zelnik.

“Parla poco, lentamente, con lunghe pause per riflettere. Pensa lentamente e coscienziosamente. Ha tempo, perché sa quali sono i suoi obiettivi. In mezzo ad una confusione rumorosa, chiassosa, fastidiosa, nel suo centro più caldo, a Potsdamer Platz, c’è qualcos’altro, quasi un miracolo: un ufficio dominato da un’atmosfera di tranquilla, imperturbabile solidità. È l’ufficio di Grune all’Ufa. Oggi ha visto cinquecento volti: assegna personalmente ogni singolo ruolo da comparsa. È stanco morto. Ma è pronto a discutere per due ore una breve scena del copione che va cambiata, e nuovamente le sue parole sono così chiare, pacate, sicure e calme, come se si trovasse all’ombra delle vecchie querce del suo terreno in campagna. Ha fiducia in se stesso: e cinque minuti dopo chiunque ha fiducia in lui, nella sua volontà e nelle sue capacità artistiche. Si avrebbe fiducia anche ignorando di sedere di fronte al regista di Die Straße e Schlagende Wetter.

Rare volte ho incontrato un uomo così intensamente visivo. Ci sono davvero pochi registi capaci di respingere venti volte una scena del proprio sceneggiatore, fin quando quella non si “accomoda” – lui lo fa. Ma rare volte l’autore crede fondato questo rifiuto. […] Migliaia di parole spese inutilmente. Grune non dice dieci parole – e si è imparato qualcosa. Un miracolo: il più terrificante lavoro per un autore di film, la demolizione e ricostruzione di un edificio già pronto, in questo caso lo rallegra; perché anche distruggere diventa un’operazione produttiva, quando si lavora fianco a fianco con questo fertile cervello.

Come tutti gli uomini coerenti, Grune talvolta sembra incoerente. Non si lascia mai persuadere; ma non di rado si fa convincere. Gli viene proposta una scena. Ancora non la vede. La respinge. Tuttavia, nel corso della giornata, l’autore la visualizza sempre più chiaramente. Il mattino successivo può recitarla: naturalmente in maniera maldestra, da dilettante, eppure ci riesce. Grune riflette cinque, dieci minuti. Poi corregge qui e là le sfumature che suonerebbero false – e accetta il resto. Ho la sensazione che, in linea di massima, solo con Grune ho imparato lentamente a plasmare una scena in modo che sia vera, fin dove le mie capacità visive e mimiche arrivano.”

(Willy Haas, Zusammenarbeit mit Grune, Film-Kurier, n. 218, 16/9/1925; ora in Willy Haas. Der Kritiker als Mitproduzent, a cura di W. Jacobsen, K. Prümm e B. Wenz, Berlin, Hentrich, 1991)

 

 

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