DIDA IBSENS GESCHICHTE: DAS TAGEBUCH EINER VERLORENEN

Richard Oswald

Sog.: dal romanzo Das Tagebuch einer Verlorenen (1907) di Margarete Böhme; Scen.: Richard Oswald; F.: Max Faßbender; Scgf.: August Rinaldi; Int.: Erna Morena (Thymian Gotteball), Conrad Veidt (Dr. Julius), Werner Krauß (Meinert), Reinhold Schünzel (Casimir Osdorf), Paul Rehkopf (il farmacista Gotteball), Clementine Plessner (zia Frieda), Marga Köhler (la matrigna), Max Laurence, Marie von Bülow (sig.na Woyens); Prod.: Richard Oswald-Film GmbH (Berlin); Pri. pro.: 29 ottobre 1918
35mm. L.: 1253 m. D.: 58′ a 20 f/s. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Prostituzione, malattie veneree, omosessualità, droga sono argomenti generalmente tabù per il cinema muto. I problemi che agitano escono dalla normalità e diventano immediatamente scabrosi, attirano l’occhiuta vigilanza delle censure e la negazione del visto di circolazione. Quando essi vengono affrontati si ricorre ad ellissi, a circonvoluzioni, ad ammorbidimenti. Insomma, pure con le maggiori cautele, le case produttrici non rinunziano a proporre nei loro prodotti questa scottante materia data la morbosa attrattiva che hanno  sul pubblico. In Germania venne prodotta  una serie abbastanza numerosa di film del genere, che nell’immediato primo dopoguerra, venne chiamato come “Aufklärung film”, letteralmente “illuminante” e, forse più correttamente, “istruttivo”. Specialista del genere fu Richard Oswald, regista versatile, il quale firmò una decina di queste opere, oggi, in gran parte considerate perdute. Tra queste v’è Das Tagebuch einer Verlorenen, tratto dal romanzo di Margarete Böhme, dal quale dieci anni dopo Pabst ricaverà il film con Louise Brooks.
Interprete di Thymian, la giovane che appunta sul suo diario una vera e propria discesa agli inferi fu la fascinosa Erna Morena, che ci piacerebbe poter paragonare alla Brooks se il film di Oswald fosse ritrovato. E pur tra divieti censori e proteste di spontanei difensori della pubblica morale, il film raccolse un larghissimo consenso di pubblico, tanto da indurre Oswald a girare il seguito, questo Dida Ibsen’s Geschichte, ritrovato e restaurato, anche se parzialmente incompleto. Dida Ibsen, la protagonista, è Anita Berber, celebre “nacht-tänzerin”, attorniata da uno sprezzante Conrad Veidt e da un baffuto e sardonico Werner Krauss.  Dida Ibsen’s Geschichte venne vietato in toto dalla censura ed ebbe saltuarie visioni. Gli odierni spettatori di questo reperto dell’Aufklärung film saranno più fortunati dei pubblici del 1918, ai quali il film venne sottratto.
(Giacomo Manzoli, Il Cinema Ritrovato 1996, Cineteca di Bologna, Bologna 1996)

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