DAS GEHEIMNIS VON BOMBAY
R.: Arthur Holz. In.: Lil Dagover, Conrad Veidt, Hermann Bottcher, Nien Son Ling, Bernhard Goetzke 35mm. L.: 1420m. D.: 78’ a 16 f/s.
Scheda Film
“La mia biografia inizia, come al solito, con la nascita. Per non correre il rischio di non essere originale, questa è avvenuta nell’isola di Giava, nelle Indie orientali. Nella mia culla di bambù, circondata dal fruscio delle palme, venivo dondolata dalle mani brune di una balia malese, dal seno della quale si dice che mi sia staccata soltanto all’età di due anni. Dopo un periodo meraviglioso su quest’isola incantata, a sei anni, abbronzata e parlando una strano miscuglio di quattro lingue, giunsi in Europa, dove la mia vita proseguì in modo meno romantico in un collegio femminile. Riuscii ad abbreviare questo periodo di formazione sposandomi all’età di diciassette anni e mezzo. Come moglie dell’attore Dagover, vivevo in una piccola città sognando grandi imprese ed eventi, fino al giorno in cui il regista di cinema Fritz Lang arrivò nella nostra cittadina. Da qui in poi la mia vita tranquilla cambiò di colpo. Gli avvenimenti presero il sopravvento. Provini, contratto, trasloco a Berlino, sforzi, dubbi, ore di sfiducia. Dopo piccole parti all’inizio, grandi impegni artistici come Der müde Tod e Caligari. Accoglienza favorevole da parte del pubblico e della stampa, proseguimento del lavoro e lunghi viaggi”. (Lil Dagover in S. Laurent, Wir vom Film, 1928)